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Calcio Avellino – Musa, complimenti: è l’Avellino più scarso di sempre

Bari e Cesena sorridono. Ed hanno ricominciato negli stessi giorni dell’Avellino. Anzi. In terra pugliese persino qualche giorno dopo. A Bari e Cesena sapevano di non poter sbagliare. E, infatti, non hanno sbagliato. Per niente. Ad Avellino sin da subito sia Musa che Graziani (lo ha scelto Musa vero? Ndr), è andata di scena la saga degli orrori. Improvvisamente da squadra con grande blasone, il ritiro di Sturno si è trasformato in un campo d’esame. Giovani provenienti da tutta l’Europa in prova. Musa li chiamava e Graziani li bocciava. Musa prometteva contratti e Graziani li mandava a casa. Ha cominciato male sin dall’inizio il diesse romano. Che forse sin dall’inizio non si è reso conto che mentre qualcuno consigliava e pontificava di scrollarsi la storia di dosso, quella stessa storia lo aveva travolto rendendolo inadatto ad un ruolo di responsabilità in una piazza fin troppo paziente. Anche oggi, quegli indomiti 80 tifosi, umiliati per l’ennesima prova incolore di una squadra costruita male e rinforzata peggio, ad un certo punto non ce l’hanno fatta più. “Dove sono i calciatori?”, così ha cantato la Sud che di fronte all’ennesima meritata sconfitta si sono chiesti, e non a torto, dove fosse davvero la squadra. Risposta che giriamo a Carletto Musa che lui questa squadra l’ha costruita e rinforzata con calciatori bocciati prima da Graziani e poi da Bucaro. E se prima dovevamo avere pazienza ed aspettare il mercato di dicembre che si è chiuso con l’ennesimo flop, ora dovremo attendere il mercato di gennaio. E se prima ci veniva detto di avere pazienza perché in D serviva gente di categoria per vincere (come hanno fatto Bari e Cesena ndr) oggi ci dicono che bisogna aspettare il gennaio perché i rinforzi arriveranno dalla Lega Pro. Confusione su confusione. Mai uno che dicesse le cose come stanno. La domanda che rivolgiamo a Musa è una sola: può organizzare una conferenza stampa e dire come stanno le cose? Può chiarire che intenzioni l’ha? Può dire una volta per tutte che Avellino sarà? Può dirci se l’obiettivo resta la vittoria del campionato? Può confermarci che la società ha intenzione di portarci in B in tre anni? (Confermando il business plan consegnato nelle mani dell’ex sindaco Ciampi ndr). Musa ha il carattere e la forza di alzare la voce nei confronti di De Cesare ed ordinare investimenti per recuperare il tempo perduto? E ci dica Musa, in questo pastrocchio messo in piedi da agosto ad oggi (5mesi non sono pochi), che possibilità di progettualità ci sono visto che di questi calciatori da lui portati forse 2 al massimo 3 potrebbero avere una continuità anche in Lega Pro. Ce lo dica Musa. Senza arrossire e senza avere paura. Non la consideri una esperienza questa. Perché ad Avellino, storia a parte, non c’è tempo per fare esperienze. Quelle si possono fare in altre piazze ma qui no. Perché saremo anche dei romantici aggrappati alla storia, ma l’anello al naso non lo abbiamo più da tempo. Lo abbiamo tolto caro Carletto. Ma da un pezzo. E non ci lasceremo prendere in giro dall’ultimo arrivato. No, quello no. Quindi dica la verità. E se non riesce a reggere il peso della storia lo dica. Alzi la mano e torni nella capitale. Perché la pressione aumenterà ad un punto tale da diventare ossessivamente asfissiante. L’Avellino non merita umiliazioni a catena. A meno che De Cesare e il braccio destro Musa non intendano accodarsi ai Pugliese e ai Taccone. Quello no. A quello non vogliamo proprio pensarci.

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