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L’Onu: “Sei Club Israeliani giocano in insediamenti illegali.”

Oggi il comitato di sorveglianza, istituito un anno fa dalla Fifa, affronterà la questione se la Federcalcio israeliana (IFA) è in violazione con il regolamento Fifa. Le regole proibiscono ad un’associazione sportiva di uno Stato di tenere competizioni su un territorio di un altro Stato senza permesso di quest’ultimo.

Sei club israeliani giocano in insediamenti illegali, occupati meglio dire, nella Cisgiordania.

I club in questione, tutti situati in Cisgiordania, sono il Beitar Givat Ze’ev, il Beitar Ironi Ariel, l’Ironi Yehuda, il Beitar Ironi Maale Adumim e Hapoel Bik’at Hayarden, ognuno dei quali milita in leghe inferiori israeliane.

Tramite una lettera del 7 ottobre 2016 veniva evidenziato, dal consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite sullo Sport per lo Sviluppo e la Pace, Wilfried Lemke, che gli insediamenti israeliani nei territori occupati sono illegali e le loro squadre non dovrebbero, quindi, giocare nelle competizione dell’ IFA, la federazione israeliana.

Riportiamo le parole di Lemke: “Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha stabilito che gli insediamenti israeliani nei territori occupati non hanno alcuna validità giuridica, in quanto violano apertamente il diritto internazionale, e che tali pratiche sono un ostacolo al raggiungimento di un approccio globale per una giusta e duratura pace in Medio Oriente. L’ONU riconosce lo sport come un diritto umano fondamentale e, come tale, sostiene e facilita la realizzazione di tale diritto da parte di tutti. Senza pregiudicare il diritto degli israeliani e dei palestinesi per lo sport, tutte le squadre che giocano nelle competizioni riconosciute dalla FIFA devono rispettare le leggi del gioco. Invito inoltre alla libera circolazione degli atleti, allenatori e funzionari, tra e intorno ai territori di Israele e della Palestina, per consentire loro di esercitare liberamente lo sport e partecipare agli eventi sportivi. Invito pertanto una risoluzione di eventuali controversie in linea con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e gli statuti della FIFA entro un lasso di tempo ragionevole.”

La lettera di Lemke conferma la chiara posizione delle Nazioni Unite per l’illegalità degli insediamenti di Israele. Questa posizione è stata confermata da numerose risoluzioni delle Nazioni Unite, il Comitato internazionale della Croce Rossa e una corte internazionale di giustizia del 2004. L’intervento di Lemke segue un rapporto completo di Human Rights Watch affermando che le squadre appartenenti a questi insediamenti stanno giocando su terreni illecitamente prelevati ai palestinesi. Un’avvertimento alla Fifa.

Il rapporto di HRW segue una lettera  che cita, come precedente, la recente decisione dell’Uefa di escludere le società di calcio della Crimea dalla Federazione calcistica della Russia, dopo l’occupazione della Crimea.

Innumerevoli le restrizioni imposte dalle autorità israeliane allo sport palestinese.  Si sono mostrate alle ultime Olimpiadi di Rio, quando la delegazione palestinese è arrivata senza attrezzature e divise, requisite da Israele al momento della partenza. Gli atleti sono, spesse volte, impossibilitati ad uscire da Gaza o dalla Cisgiordania per partecipare a competizioni Nazionali ed Internazionali. Sostenere lo sport in palestina diventa sempre più problematico.

L’invito è per Israele di comportarsi come le altre Nazioni, di rispettare le stesse regole. Le regole che la FIFA ha applicato ad altre Federazione ora dovrebbero essere applicate anche alla Israel Football Association. Qualsiasi altra decisione rappresenterebbe una violazione fondamentale del principio che rend il calcio così popolare: siamo tutti uguali davanti alla legge e tutti dobbiamo giocare sotto lo stesso insieme di regole.

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