Muhammad Ali: un nome tra Islam e Rivoluzione

Nel 1964 la leggenda della boxe che il mondo intero chiamava “Il Grande o The Greatest” cambiò il suo nome in Muhammad Ali abbandonando il suo nome da “schiavo”, Cassius Clay. Il campione sportivo Cassius Marcellus Clay jr, scomparso venerdì 3 giugno 2016, detentore dell’oro Olimpico ai Giochi di Roma nel 1960, vincitore del titolo

mondiale, e detentore, dei pesi massimi dal 1964 al 1967, dal 1974 al 1978, cambiò il suo nome subito dopo aver aderito ad un’organizzazione islamica denominata Nation of Islam (NOI). L’organizzazione NOI è un movimento afroamericano autodefinitosi setta militante islamica, uno dei più celebri attivisti fu Malcolm X, successivamente assassinato presumibilmente dalla stessa organizzazione ed
Elijah Muhammad che fu uno dei celebri capi di tale organizzazione.
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Ritorniamo alla Leggenda da poco scomparsa di Muhammad Ali.
Nasce nel 1942 in Kentucky nella città di Louisville. Un giorno,il dodicenne Cassius, inveendo contro chi gli avevo rubato la bicicletta incontrò il poliziotto Joe E. Martin che lo indirizzò nella pratica della boxe. Una carriera fulminea quella di Cassius Clay che, nel 1960, lo portò fino a Roma dove vinse l’oro alle Olimpiadi.
Purtroppo quelli erano anni duri per gli Afroamericani; lì in quella terra di presunte parità sociali, lo chiamavano Olympic Nigger, il negro olimpico, nonostante il suo successo sportivo come Jesse Owens fu ripudiato dalla propria Nazione, dove non poteva entrare nemmeno nei ristoranti o in un bagno. Poco più tardi, nel 1961, ha iniziato a partecipare alle riunioni del movimento islamico afroamericano (NOI) con l’obiettivo di migliorare la condizione degli afroamericani negli Stati Uniti, proprio

perché oramai esasperato da questa condizione di inferiorità sociale. Da qui iniziano i profondi rapporti con uno dei personaggi più in vista, Malcolm X, i due avranno un rapporto molto forte, soprattutto da parte di Cassius, il quale vide nella figura di Malcolm X la sua guida spirituale e politica, tanto da utilizzare il nome di Cassius X prima della conversione all’Islam, ribattezzato da Elijah Muhammad il leader del movimento, in Muhammad Ali nel 1964.
“Cassius Clay è un nome da schiavo. Non l’ho scelto e io non lo voglio. Sono Muhammad Ali, un nome libero – significa amato da Dio, e insisto che la gente lo usi quando parla di me “.
Queste parole fanno riflettere molto, la voglia di esser riconosciuto come uomo libero, non voler più vedere questa sua persona incatenata da una società profondamente razzista all’interno dei propri confini, meno al di fuori. Ma una domanda sorge spontanea, perché proprio l’Islam?
Era una delle religioni meno diffuse in quel periodo storico in America. Ma ci sono dei motivi particolari.
Gli anni della schiavitù aveva rotto qualsiasi legame di Orgoglio di razza, la loro dignità ed integrità fu completamente stravolta, “negrones”. Le conseguenze furono durevoli nel tempo, fu la perdita dei valori Africani Americani, con una terra d’origine e l’acquisizione di una falsa identità. Elijah Mohammed, capo spirituale della

Nation of Islam la setta pseudo islamica all’interno della quale Malcolm X militò per dodici anni- per “rimettere in piedi questa razza poderosa”, i neri avrebbero dovuto prendere coscienza della loro miseria, abbandonare la vita immorale che conducevano e, soprattutto, identificare il responsabile delle loro condizioni. L’islam rappresentava una religione esclusiva ed antagonista, una delle religioni più diffuse nel continente nero che rappresentava proprio un legame con le proprie origini, antiborghese e rivoluzionario, come mezzo per ottenere un cambiamento delle condizioni sociali degli afroamericani. L’ Islam vien vista come religione degli oppressi ed internazionalizzava la loro lotta, proprio per la larga diffusione nelle terre d’origine. Si aggiunge poi la visione di Malcolm x, egli abbracciò l’Islam perché il Cristianesimo era la religione dei bianchi. Una religione che aveva accettato e approvato la schiavitù di alcuni uomini su altri uomini. Insomma, legava il Cristianesimo alla razza bianca e l’islam a quella nera. Malcolm X era alla ricerca di una sintesi fra nazionalismo nero e socialismo rivoluzionario: la sua nuova filosofia politica, economica e sociale era il Nazionalismo nero rivoluzionario.
Fu proprio con lui che il movimento nero fece due passi importanti; il primo è l’internazionalizzazione del problema degli Afroamericani ed il superamento della lotta per il riconoscimento dei Diritti Civili ad un livello più alto, quello dei Diritti Umani. Tanto da voler denunciare alle Nazioni Unite la condizione di 22 mln di afroamericani.
Il secondo l’internazionalizzazione del movimento nero: Malcom X insisteva sull’importanza e sulla necessità di assumere una prospettiva allargata e di pensare su scala internazionale la politica dei neri americani e la loro lotta contro il razzismo, la segregazione, l’oppressione. Il razzismo era lo stesso, al centro e alla periferia del dominio imperialista.
“Congo è come Mississipi. Lo stesso uomo che ci ammazza nel Congo, ci ammazza nel Mississipi” (Malcolm X)
Muhammad Ali in quanto sportivo di altissimo livello e con i riflettori dell’opinione pubblica puntati addosso, intelligentemente, sfruttò tutte queste attenzioni per

focalizzare l’attenzione su determinati problemi. Lottò con tutte le sue forze contro la segregazione raziale, fu obiettore di coscienza quando vi fu la chiamata alle armi per il Vietnam la sua risposta fu secca e decisa “Non ho niente contro i Vietcong, loro non mi hanno mai chiamato ‘negro'”, una decisione coraggiosa in quanto gli costò caro, fu spogliato del titolo mondiale e non poté salire sul ring per 3 anni, anche se la storia vuol che era stato esentato per aver fallito i test attitudinali, l’esercito gli assegnò un Quoziente d’Intelligenza di soli 73 punti, troppo basso(nel 1964) ma in un secondo momento, nel 1965 fu abbassato ulteriormente e quindi rientrò anche lui nella graduatoria, oppure per il gesto di stizza che lo portò al lancio dell’oro olimpico nel fiume Ohio. Ed in ultimo, la sua lotta contro il Parkinson, la malattia con cui lottò per il resto della sua vita e che mostrò alle olimpiadi di Atlanta del 1996.
Ma quel che dobbiamo capire che quel nome Muhammad Ali e la conseguente conversione è un qualcosa in più di una scelta personale,spirituale. Racchiude in se una storia fatta di ribellione ed antagonismo, in un contesto storico dove il mito americano si infrangeva contro la segregazione razziale, dove pochi uomini hanno rappresentato una moltitudine di uomini.
Ma purtroppo, attualmente, non tutti recepiscono i veri messaggi di questi leader e li deviano, mutano, fino a renderli privi dell’effettiva efficacia, spogliandoli della forza Di agire che li ha sempre contraddistinti utilizzando messaggi devianti e deviati. Ed ora, di conseguenza, vediamo nascere in America, ed acquisire forza, un movimento che ha stravolto tutto il significato di questa lotta politica fatta da Politici, sportivi, intellettuali ed artisti, le New Black Panther capeggiate da un essere alquanto ambiguo King Samir Shabazz