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Ritorno al passato: Avellino fucina di talenti da serie A

Qualcosa sembra essere tornato dal passato in casa biancoverde. Questo Avellino, l’Avellino della famiglia Taccone sembra essere una realtà solida con un presente e futuro ben strutturato che ha ridato entusiasmo calcistico a una città che ha sempre amato questi colori. La salute di una squadra si vede dai progetti a lungo termine e dalle strategie che effettua in particolar modo in fase di mercato. Gli errori di valutazione su qualche giocatore ci possono stare, l’importante è correre ai ripari e cercare sempre il meglio per la propria realtà. Ma ad Avellino, dal ritorno in serie B, sembra esserci un progetto che va oltre il semplice acquisto del giocatore che faccia bene durante la stagione. Sembra essere tornati agli anni in cui l’Avellino sfornava campioni in quantità industriali, tutti pronti per i grandi club. Sembra essere tornati a quei tempi in cui guardare i giovani dell’Avellino significava avere certezze su cui puntare perchè i biancoverdi avevano visto qualcosa in più. La lista è lunga: Tacconi, Vignola, Favero, Alessio alla Juventus, Ferdinando De Napoli l’irpino che passò al Napoli e alla Nazionale. Ma ancora Beruatto al Torino, Bertoni alla Lazio, Diaz alla Fiorentina e continuando con i nomi di Ottorino Piotti, Andrea Carnevale,  Juary, Angelo Colombo, Fabrizio Ravanelli.

L’Avellino della famiglia Taccone sta rinnovando quella idea di avere in rosa giocatori pronti all’esplosione creando in molti casi partership, con i grandi club della massima serie, che vedono di nuovo nel Partenio e tra la sua gente il posto adatto per far esplodere i propri talenti. Ecco allora i nomi di Zappacosta, Izzo, Ely, Bittante e ultimo quello di Marcello Trotta. L’Avellino al momento ha altri nomi già richiesti e pronti per la A e qui sorge la domanda inquietante: ma questo meccanismo favorisce l’Avellino? Far esplodere e poi vendere campioni è quello che una squadra deve fare a discapito, forse, del proprio prestigio? Domande a cui è difficile rispondere perchè ci sono diversi fattori in gioco. Il più incidente è senz’altro quello legato alla volontà dei giocatori. Ogni calciatore da quando indossa per la prima volta le scarpette a quando segna il suo ultimo gol decisivo, sogna la serie A. Trattenere un giocatore su cui mettono gli occhi un gran numero di squadre di serie A diventa difficilissimo, con il discorso legato ai compensi che sbilancerebbe l’assetto di una squadra. Naturalmente di contro c’è il discorso che non sempre il sostituto o il giocatore pescato sotto il punto di vista della prospettiva sarà indovinato come sempre. Un meccanismo che ha bisogno di grande attenzione con una strada non sempre facile da imboccare ma che l’Avellino sembra pronta a percorrere. Il sostituto di Marcello Trotta farà parte di questa strategia o si punterà su una certezza? Staremo a vedere con la consapevolezza che l’unico dato reale per trattenere determinati giocatori è quello di giocarci in Serie A. Alllora saranno azzerate molte differenze e il discorso si farebbe molto più interessante.

 

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