
L’Avellino contro il Carpi per rinascere. Una rinascita che deve avvenire per dare una spinta alla piazza ed alla squadra in evidente difficoltà. La zona bassa della classifica è vicina, per i biancoverdi un solo punto dai play out, mentre per il Carpi lo sguardo è rivolto verso l’alto.
Novellino parla di un possibile 4-4-2, cercando di dare dinamismo – con un probabile Bidaoui dal primo minuto? – ad un attacco che fatica a segnare ed un Ardemagni, criticato dai suoi tifosi, che deve ritrovare la giusta forma fisica e psicologica.
Ma la partita di domani deve far si che i tifosi si tranquillizzino in vista del processo d’urgenza Money Gate. Un’inchiesta che fa tremare le piazze di Avellino e Catanzaro, affrontata sempre con toni di sufficienza da parte della dirigenza biancoverde, ricordando un Taccone nervoso, all’uscita dal primo interrogatorio presso la Procura Federale, sotto un sole cocente. Le parole di tranquillità millantate in estate da Taccone adesso appartengono alla categoria delle ennesime bugie di una presidenza poco trasparente, che è riuscita a convogliare tutte le attenzioni su altre questioni. Il procedimento d’urgenza, richiesto dal TFN, vuol far si che non accada quanto visto l’anno scorso per l’inchiesta Izzo-Millesi, con una sentenza arrivata il giorno dopo la salvezza dell’Avellino. Aggiungendo anche la volontà di tutelare la regolarità dei campionati di serie B e Lega Pro poiché, considerata la responsabilità diretta delle due società, vi sarebbe la possibilità di esclusione dai rispettivi campionati stravolgendo le classifiche. Ecco perché la sentenza deve arrivare prima della fine del girone d’andata ed ecco perché vi è stata la richiesta della procedura d’urgenza.
Quanto si legge nell’art 36bis comma 7/8 del codice di giustizia sportiva della Figc:
Domani i giocatori biancoverdi hanno il dovere di scendere in campo e dimostrare un atteggiamento diverso per una città, una provincia, ai limiti della sopportazione sportiva, con l’ennesimo processo che pende sulla testa di Taccone e di tutta una provincia come una ghigliottina ai tempi del regime di Robespierre.