
No surprises ma qualche alarms qui e lì per la penisola della palla a spicchi italica c’è stato. é vero , siamo appena alla seconda giornata di stagione regolare ma , considerando anche le prestazioni offerte dalle squadre in pre season, qualche seppur minima tendenza si inizia già a intravedere. Nell’anticipo del sabato sera Torino, nella rinnovata e funzionale sede del PalaVela, supera con un eccellente ultimo quarto una Trieste ancora orfana del talento di Peric( firmato Silins nel week end con un bimestrale) e la verve di Wright. affidati momentaneamente all’assistant Galbiati in attesa del ritorno di Larry Brown , i ragazzi cari al patron Forni trovano la serata di grazie offensiva del giovane rookie usa Carr e spremono 55 minuti di assoluta qualità dall’attempato trio Poeta-Delfino -Cusin.
Nel lunch match della domenica, Sassari regola, non senza qualche incertezza, una Varese sempre ostica. La Caja band non trova mai il canestro nei prima due quarti, resta aggrappata alla gara con la sua solita solida fase difensiva, prova con la sfuriata di Avramovic a superare ma gli isolani reggono e respingono il tentativo grazie alle triple di Bamforth e all’atletismo del “dymanic duo” Polonara -Thomas.
No contest a Pistoia , dove un De Raffaele (Venezia) in versione istruttore minibasket ruota tutti i suoi effettivi da un minimo di 12 minuti ad un massimo di 23′, ripagato da una prova balistica dall’arco notevole dei suoi, 14 su 26 da dove vale 3 punti. Battuta senza troppi patemi la squadra di coach Ramagli che può contare solo sulla prestazione solida del metronomo Johnson e su qualche guizzo di atletismo dell’undersized Krubally.
Bella gara tra Brescia e la Reggio Emilia del nuovo corso targato Cagnardi. I viaggianti giocano una gara accorta, si appoggiano in attacco al talento cristallino di Ledo e alla bidimensionalità di Eric Griffin , ma si disuniscono nel momento più importante permettendo ad una Brescia in evidente rodaggio di piazzare il break decisivo nell’ultimo parziale. Cinque uomini in doppia cifra per coach Diana ma tanti ancora i balbettii di un pacchetto lunghi, principalmente nella sua parte a stelle e strisce, forse non adeguato per durezza tecnica e mentale alle difficili sfide italiane ed europee.
Si sblocca anche Brindisi , che regola in scioltezza una Pesaro troppo poco consistente per pensare di uscire vittoriosa dal Palapentassuglia traboccante di entusiasmo per un una formazione di casa che , tra precampionato e gare ufficiali, ha collezionato 11 vittorie nelle ultime 12 gare. Ok, fino a due settimane fa non c’erano i due punti in palio, ma questa Brindisi , per struttura e miò x esperienza – gioventù può legittimamente pensare di assaltare i play off.
Bella reazione di Cantù, che in un Paladesio desolatamente vuoto batte una Trento ancora poco compatta. I ragazzi di Buscaglia stanno cercando faticosamente nuovi equilibri e pagano dazio al confronto di una Cantù che, se non eccelle per solidità e disciplina, certamente ha il talento , soprattutto tra le mura amiche , per portare a casa qualche scalpo importante. Doppia doppia per il totem Udanoh, ben coadiuvato dagli esterni Mitchell e Gaines. Per Trento buona gara di un Flaccadori ormai prima punta, spalleggiato dal tiro di un Mian sempre più in versione Kyle Korver.
Gara vera a Bologna, dove le V nere del ds Martelli e di coach Pino Sacripanti impensieriscono per più di tre quarti una Milano sorniona, attendista , che gioca al gatto col topo e piazza il parziale nell’ultimo quarto grazie al talento da Nba di Mike James e alla foga tranquilla di Nedovic, aiutati non poco dal collante di lusso Brooks e dalla forza fisica di un Gudaitis sempre più affidabile. Peri felsinei, solida prova di un Qvale molto più coinvolto e segnali di ripresa da un Tony Taylor in affanno nelle prime uscite stagionali.
Scontro tra attacchi atomici e difese “messicane” in quel di Cremona. I lupi di coach Vucinic sembrano in controllo per larghi tratti del match, ma staccano le man idal volante troppo presto e vengono superati negli ultimi 3 minuti dalla Sacchetti band che ha il merito di crederci fino alla fine sfruttando anche le amnesie difensive degli ospiti. Non basta il solito professoriale Green in attacco al cospetto della sfuriata finale della “bestia nera” Ricci, sempre positivo e dell’atletismo dei post up di Drew Crawford. Nulla di grave per gli irpini, ma la sensazione è che , senza un adeguato sforzo difensivo, non sempre l’immenso talento offensivo di alcuni quintetti basterà contro squadre organizzate e precise.