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Sidigas Avellino, una caduta senza appello

Una partita che poteva essere la definitiva consacrazione per le ambizioni di alta classifica, si è rivelata un incubo per la Sidigas Avellino; la sfida con la Reyer Venezia, bestia nera per antonomasia dei biancoverdi, si è conclusa con l’indecente punteggio di 49-79.

Un bottino così scarso in termini di punti segnati non ce lo si aspettava proprio da una squadra che ha fatto dell’attacco il suo punto di forza; la parziale attenuante dell’assenza dell’ultim’ora di Demetris Nichols non può giustificare una prestazione così scadente nella metà campo offensiva. Certo, l’ala di Boston è un giocatore fondamentale per gli equilibri di squadra, e la sua assenza ha un peso specifico maggiore in un roster che sta già soffrendo per i problemi di infermeria. Ma appunto, probabilmente bisognerebbe ripensare a questi equilibri che sono più fragili di quello che sono sembrati fino ad ora: la coperta è molto corta e la naturale conseguenza è essere castigati da una squadra forte e profonda come Venezia.

La formazione allenata da De Raffaele ha impresso subito la sua impronta sulla partita: difesa forte, spesso a zona, che ha creato tanta confusione agli attacchi avversari; Caleb Green spaesato, inefficace in attacco ( soli 7 punti per il secondo miglior marcatore della Lega, con un brutto 1/5 dal campo nei primi venti minuti ), addirittura due suoi tiri  terminati mestamente ad airball , cosa che non ti aspetti certo da uno come lui. I lagunari trovavano inoltre molte situazioni vantaggiose nell’area pitturata, dove N’diaye veniva tramortito da un Watt in gran giornata (17 punti, 8 rimbalzi e il lusso di una tripla realizzata nel secondo qurto). Il resto del gap lo scavavano la freddezza di Bramos da oltre l’arco e la fisicità di Daye, incontenibile per la difesa irpina soprattutto da un punto di vista fisico. Venezia ha comunque chiuso il primo quarto sul +6 (14-20), ma è stato il secondo quarto quello decisivo, dato che si è concluso sull’ 11-23, facendo sì che all’intervallo lungo si andasse sul +18 e dunque la pratica poteva dirsi praticamente archiviata .

E’ stato Marquez Haynes a “spaccare” definitivamente la partita con tre triple a cavallo tra lo scadere del secondo quarto e l’inizio del terzo quarto; la sua classe è venuta fuori proprio nel momento decisivo della partita, mentre quella di Filloy dall’altra parte è suonata come una predica nel deserto. Dieci punti  e 6 assist per il play della Nazionale, che ha dunque perso la sfida nella sfida con il compagno in azzurro Stefano Tonut, sempre più decisivo nei meccanismi veneziani.

Una severa lezione, dunque, per Cole e compagni; l’americano quest’oggi è stato di scarsa efficacia, ha sbagliato anche lui molti tiri anche se ha raggiunto la doppia cifra, ovviamente “a babbo morto” nell’ultimo quarto. A differenza delle altre, questa è una sconfitta pesante, perchè ridimensiona le ambizioni della Sidigas, minandola nelle sue certezze. Lode e merito a Venezia, che ha fatto valere la sua qualità e ha dimostrato di essere di un livello superiore rispetto ad Avellino, un po’ come è accaduto anche nei due anni precedenti.

Nenad Vucinic aspettava questa sosta per recuperare gli infortunati Costello e Campogrande, al quale si è aggiunto Nichols proprio nell’allenamento di rifinitura prima di questo match. La fortuna certo non aiuta in questo momento, però non si può ammettere un passivo così pesante tra le mura amiche , tra l’altro con così pochi punti segnati. A quasi due mesi dall’inizio della stagione, insomma, pare che il tecnico serbo dovrà lavorare anche sull’attacco, che oggi per la prima volta è venuto meno.

Bisognerà dunque aspettare due settimane per potersi rifare da questa sonora sconfitta; settimane importanti anche per quel che riguarda la questione mercato, che torna prepotentemente in auge a causa del perdurare dell’emergenza infortuni. Ma oltre a questo aspetto, per il quale siamo certi che si faranno le giuste valutazioni, l’aspetto psicologico ed ambientale andrà sicuramente ricostruito dopo una caduta del genere.

 

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