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Avellino non sforna talenti. L’Irpinia tra le peggiori province d’Italia

La Figc ha pubblicato il proprio Report 2018 sul calcio italiano. Fra le varie argomentazioni, che spaziano dal piano economico del calcio italiano ai dati inerenti ai modelli di governance, si evidenzia il dato sul calcio dilettantistico e giovanile della penisola italiana. Questa sezione è volta a sottolineare gli sviluppi inerenti alla formazione e alla crescita dei tesseramenti di giovani atleti, prestando particolare attenzione alle città dove c’è il maggior tasso di crescita sotto il profilo dei tesseramenti degli atleti del futuro. Il calcio dilettantistico e giovanile rappresenta il 25% dei tesserati delle federazioni sportive affiliate al Coni. Solo nel 2016-17 si contano 1.044.505 calciatori tesserati suddivisi in 82.616 squadre presenti sul territorio italiano, di cui le attività inerenti ai settori giovanili e scolastici incidide per il 64% del totale.

Le regioni italiane che di distinguono per le attività di sviluppo per i giovani calciatori sono: la Lombardia, il Veneto, il Lazio, la Toscana e l’Emilia e Romagna che insieme rappresentano il 52% dei calciatori tesserati. Schermata 2018-06-28 alle 12.28.38Per la prima volta il Report del Calcio dirama anche le informazioni inerenti alle province italiane per produzione di giovani talenti, contestualizzando il discorso tra gli anni 2000-01 al 2016-17. Dal report si sottolinea il trend negativo della provincia di Avellino, uno dei territori che si sta spopolando maggiormente in Italia, che si piazza al secondo posto per andamento negativo registrando pari -4,5% annuo nel tesseramento di giovani atleti, rispetto a città virtuose come Prato o Lodi che registrano rispettivamente il +7,9% e il 5,1%.

Dati che rispecchiano, benissimamente, le problematiche della nostra cara provincia, che di anno in anno perde 2 mila giovani, con dati che parlano di oltre 106.588 irpini che vivono fuori il proprio territorio su un totale di 423.506 abitanti, con un incremento del 23% rispetto al 2015. Un fenomeno quello dello spopolamento dell’entroterra che colpisce quasi tutta la fascia appenninica centro meridionale, frutto di una mala politica che per anni non ha creato prospettive di sviluppo, lasciandosi coinvolgere da fenomeni globali che hanno portato ad un mero impoverimento del nostro entroterra.

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