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Fabbro: “In C emozione fortissima. Gigi e il fischietto di Gubbio…”

In occasione della diretta Instagram organizzata dalla nostra redazione, l’ex difensore dei lupi Alessandro Fabbro si è lasciato andare a considerazioni di varia natura sulla sua esperienza in biancoverde, concentrandosi a lungo sulla splendida cavalcata del 2012-2013, stagione in cui l’Avellino ottenne la promozione in Serie B: “Sono arrivato ad Avellino con un grande punto di domanda. La piazza era importantissima, ma negli ultimi anni non aveva vinto e non era facile farlo subito. La garanzia era lo staff tecnico, con cui avevo già lavorato e già vinto. La prima volta che ho pensato si potesse vincere è quando è arrivata l’ufficialità di Castaldo e Catania. Lì ho pensato si potesse fare. Non era facile, la squadra era nuova, nonostante fossimo partiti dal ritiro. I risultati non venivano. Ho capito che eravamo forti a Barletta, sempre grazie a Gigi. Perdevamo 2-0, Castaldo urlò in una maniera strapositiva, ci credemmo tutti e vincemmo 3-2. Da lì cambiammo ruolino di marcia, avevamo più continuità delle altre. Ci furono due partite decisive. La prima è quella con la Nocerina, grande vittoria davanti a 12000 spettatori, con la capocciata di Biancolino, lì abbiamo capito che eravamo con le mani sul campionato. C’è stata poi un’altra gara decisiva, quella di Gubbio, con una difesa dove l’unico titolare ero io. Giocai insieme a Zullo, che non aveva mai fatto un minuto e che passava le ultime settimane a tirare le punizioni con il portiere. Stavamo perdendo. Poi punizione di Zullo, si apre la barriera come il Mar Rosso, eurogol di Gigi e più 8 sulle inseguitriciA proposito dell’impresa di Gubbio, Fabbro ha poi svelato un curioso retroscena che vede come protagonista Castaldo e indica al meglio la forza e lo spirito di quel gruppo: “Finisce la partita, Gigi chiama il Prof. Pagliuca e si fa dare il fischietto. Ci mettiamo tutti in cerchio e Gigi fa il triplice fischio, come per dire è finita. Nel finale di campionato abbiamo sofferto, ma poi arrivò l’apoteosi di Catanzaro…

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