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L’Avellino e l’errore di mercato: un mese per risolvere il rebus regista

Il momento complicato che l’Avellino sta vivendo da un mese a questa parte apre interrogativi di un certo rilievo sui limiti della squadra. Dietro al calo della formazione biancoverde ci sono molti fattori, ma il primo problema è sicuramente quello relativo alla manovra. La squadra di Braglia ad oggi non ha un briciolo di gioco, rintanata in un calcio antico e ormai superato, priva della capacità di costruire. In questo senso emerge in tutta la sua forza l’assenza di un regista, di un metronomo capace di infondere qualità e ritmo alla squadra.

Questo avvio di stagione ha dimostrato chiaramente che De Francesco non è quel tipo di giocatore. L’ex Reggina è un profilo importante, ma non ha le caratteristiche per giocare davanti alla difesa. Senza voler entrare nella questione Di Paolantonio, più complicata e profonda di quanto possa sembrare, è chiaro come – in sede di mercato – l’Avellino abbia compiuto un errore di valutazione. Questa squadra non ha un uomo capace di palleggiare e di dare ritmo, di creare superiorità in mezzo al campo e guidare i compagni. Non ha un uomo a cui appoggiarsi nei momenti di difficoltà.

Servirebbe un regista puro, un metronomo di qualità e coraggio, che possa trascinare la squadra nel palleggio e infonderle coraggio. Ormai il mercato invernale è vicino, anche se gli impegni in questo mese sono molti, e l’Avellino deve cominciare a pensare al futuro. Il rebus regista esiste e deve essere sciolto con sapienza e tempismo. Rimediare a questo errore è il primo passo per rianimare il lupo, che intanto però deve tornare a fare risultati. Onde evitare di arrivare a gennaio con una situazione già abbondantemente compromessa.

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