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Focus Catanzaro: viaggio nel difficile momento della squadra giallorossa

Dopo il primo ko dell’era Capuano, l’Avellino prova a rimettersi in carreggiata nell’anticipo serale in casa del Catanzaro. Un’altra big del torneo sul cammino biancoverde. Non lanciata come le precedenti, ma ferita. Nel cuore e nella classifica.

La guida tecnica

Subentrato da una decina di giorni ad Auteri, Gianluca Grassadonia (classe 1972) non è riuscito ancora a trovare la formula giusta per rialzare una squadra incapace da qualche settimana di mettere in campo tutto il suo indiscutibile valore tecnico. La strada per il tecnico salernitano (ex allenatore tra le altre di Salernitana, Pro Vercelli e Foggia in Serie B) è in salita. Colpa anche di un ambiente spaccato ed in fibrillazione già da qualche tempo. Le attese e le speranze dell’ambiente, anche per l’oggettivo valore della rosa, sono alte. Come le pressioni su squadra e società. Tocca al mister trovare al più presto una via d’uscita. Magari ripetendo l’impresa di Messina (2013-2014), quando subentrò in corsa a Gaetano Catalano e poi conquistò la promozione (grazie anche all’aiuto di Ignoffo, simbolo della difesa siciliana di quell’annata, di De Vena e Lagomarsini) in Lega Pro 1° Divisione con il primo posto in classifica.

La nota lieta

Nel momento difficile della formazione calabrese una delle poche note è rappresentata sicuramente da Mamadou Yaye Kanoute (classe 1993), attaccante senegalese alla seconda stagione consecutiva con la maglia del Catanzaro. Dopo i 4 gol messi a segno nella scorsa stagione, quest’anno l’ex Benevento e Pro Vercelli è partito fortissimo ed ha già timbrato 5 volte il cartellino (4 gol in campionato, 1 in Coppa Italia) nelle 14 occasioni (12 in campionato, 2 in Coppa Italia) in cui è stato chiamato in causa. Ergendosi, con la sua velocità e la sua tecnica, ad elemento insostituibile nel tridente offensivo utilizzato sia da Grassadonia che dal suo predecessore. Portando a casa con le sue reti, tutte decisive ai fini del risultato finale, ben 10 dei 17 punti (incidenza del 58%) conquistasti fin qui dalla sua squadra. L’ancora di salvezza a cui aggrapparsi nel momento di massima difficoltà.

Il momento attuale

La gestione Grassadonia è partita con 1 solo punto conquistato in 2 giornate (ko a Bari, brutto pareggio interno con il fanalino di coda Rende) senza riuscire a scacciare una crisi che si estende alle ultime 6 (3 sconfitte su 4 nelle ultime gare di Auteri). Dopo l’ottima partenza (capolista solitaria alla quarta giornata, in condominio con la Ternana alla settima) la squadra calabrese si è smarrita senza riuscire più a ritrovarsi. Neanche in casa dove, dopo aver timbrato 4 vittorie consecutive nelle prime 4 gare disputate, si è arenata prima con il Potenza (ko che è costato la panchina ad Auteri) e poi nel derby calabrese con il Rende. In una gara davvero brutta che ha evidenziato gli attuali limiti giallorossi. Squadra lenta e scialba, incapace di trovare sbocchi offensivi di rilievo. Tenuta in piede soltanto da un guizzo individuale del solito Kanoute.

La gara di domani

I riflettori del “Nicola Ceravolo” illumineranno una sfida aperta ad ogni tipo di risultato. Entrambe le squadre vanno a caccia di riscatto. I lupi però, al netto di una rosa meno nutrita per qualità e quantità rispetto ai rivali, arrivano paradossalmente con più certezze all’appuntamento. La cura Capuano ha già portato frutti, quella Grassadonia ancora no. Con il rendimento esterno di Charpentier e compagni (meglio solo le prime 5 in classifica) che lascia ben sperare.  Su questo tasto bisognerà battere, portando a proprio vantaggio anche quell’inevitabile frenesia che avvolgerà la formazione giallorossa, chiamata a gran voce a ribellarsi al momento negativo. Cercando di rispolverare soltanto la parte positiva dei ricordi (5 maggio 2013, vittoria promozione firmata dal gol di Zigoni) che lega i colori biancoverdi allo stadio calabrese. Scacciando via invece gli incubi (ripercussioni in Tribunale relative a quella gara) e i ricordi negativi, come la sconfitta del 27 marzo 2011 (1-0 per i padroni di casa). Quella gara elevò, loro malgrado, agli onori della cronaca il portiere Marruocco ed il difensore Rinaldi, non proprio esenti da colpe sul gol giallorosso. Una sconfitta amara da digerire per il pubblico irpino, che costrinse i lupi ad abbandonare i tradizionali colori biancoverdi nella successiva sfida casalinga al Matera (6-0 in maglia nera per De Angelis e compagni).

 

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