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Ultras Bastia 1905, parla il leader Paoli: “Non smetteremo mai di combattere per la nostra Corsica”

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Guardando in questi ultimi anni la Ligue 1 francese non si possono non notare i tifosi corsi del Bastia, squadra delle omonima città marittima a nord della regione, retrocessa quest’anno in terza lega francese per problemi economici.

I tifosi sono variopinti, entusiasmanti, ed il rapporto fra territorio e squadra rappresenta un modus vivendi, una condizione di identità ed orgoglio, di nazionalismo ed indentitarismo. In Europa esistono poche realtà simili, perché il Bastia, insieme all’Ajaccio, rappresenta un intero territorio. I tifosi arrivano da tutta l’isola perchè tifare il Bastia significa affermare una propria idea, la propria lingua, la propria bandiera.  Insomma lo sport è condizione di legame geo fisico e sociale, tanto da apparire un soggetto unico negli occhi dei propri tifosi.

Gli Ultras del Bastia 1905 o più comunemente chiamati Turchini, sugli spalti manifestano tutto il loro sentimento politico. All’interno dello stadio Furiani i tifosi sventolano fieri le bandiere della Corsica e ad inizio di ogni match viene cantato l’inno ufficiale dello Stato corso. Le tensioni con lo stato centrale francese non sono mai mancate in ambito sportivo, nel 2002 in occasione della finale di Coppa di Francia, persa contro il Lorient per 1-0, subissarono di fischi l’inno nazionale francese a tal punto da far abbandonare lo stadio dall’allora Presidente Chirac. Dopo gli attentati avvenuti a Parigi nella redazione di Charlie Hebdo, non sono mancate le polemiche con lo stato francese, quest’ultimo colpevole di aver richiesto espressamente di diffondere l’inno francese per commemorare le vittime, decisione accolta da tutta Europa, inno che doveva essere intonato proprio in occasione del derby della Corsica fra lo Sporting Club Bastia e l’Ajaccio Gazelec.

Tramite un comunicato i tifosi espressero il loro malumore ed insoddisfazione per la decisione, poiché era già in programma la commemorazione di un collaboratore del club e per le vittime dell’attentato.

Dopo delle “pressioni informali” e la paura di diventare un “caso” unico nel panorama europeo di mancanza di vicinanza al dolore delle vittime degli attentati, la società padrona di casa ha ceduto alle richieste, così oltre all’inno corso, durante il quale è stato srotolato uno striscione in dialetto isolano “Ripusate in pace”, è stata intonata anche la “Marsigliese”, alla quale non hanno assistito gli ultras locali che sono entrati alla sua fine e hanno dichiarato che, pur nel rispetto del dolore umano per le vittime, quell’inno non gli apparteneva.

Nel 2015 la vittoria del partito indipendentista, Pe a Corsica, apre uno spiraglio nell’affermazione dell’isola all’interno dello scenario internazionale, purtroppo da considerarsi un illusione. L’instabilità economica venutasi a creare nell’ultimo biennio ha acuito le tensioni sociali, sfociate in una tensione permanente contro lo Stato francese.

Movimenti come “Ghiuventù indipendentista” o “Rinnovu Naziunali”, si sono resi protagonisti di una simbolica crociata contro la finanza e soprattutto contro le istituzioni francesi non ha risparmiato il mondo del calcio. Ed è da questo momento in poi che i tifosi del Bastia si trasformano in un qualcosa di diverso, macchiandosi di diversi atti di violenza, come nel febbraio 2016 a Reims dove gli ultras Turchini hanno devastato il centro cittadino, il tutto nato da scontri violenti causate dalle forze dell’ordine. Ma il 2016/2017 è l’anno dell’aggressione a Balotelli, ai tifosi rivali del Nizza, l’ inspiegabile attacco ai giocatori del Lione che si stavano riscaldando prima del match al Furiani.

Essere “turchini” significa vivere il Bastia, le sue crisi occupazionali, i suoi mutamenti impercettibili, il suo ermetico substrato sociale. Significa, semplicemente, essere còrsi.

Gli Ultras del Bastia 1905 non sono solo un gruppo di appassionati di calcio. Per loro il Bastia è un motivo di rappresentanza a livello regionale se non anche internazionale. Uno strumento per far sentire la propria voce all’interno del panorama francese ed europeo.

Esser tifosi del Bastia significa avere un filoconduttore che lega i gradini alla politica, un sentimento cosi forte da far innamorare anche i giocatori, che ovviamente non sono originari della Corsica. Un clima cosi caldo che appena si entra in contatto con loro ci si rende conto di non essere in Francia, ma in un territorio culturalmente indipendente, legato alla terra ferma solo per aver dato i natali a Napoleone, nato poco dopo il passaggio dell’isola  ai Francesi.

Attualmente il Bastia milita nella terza divisione francese, l’equivalente della nostra Serie C, retrocessa in questa categoria a dir poco stretta per i problemi economici riscontrati la scorsa stagione.

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