Editoriale – Sognavamo la favola, vi chiediamo scusa col cuore

Il compito di un buon giornalista è informare. Il compito di un buon giornalista è sbagliare il meno possibile. Il compito di un buon giornalista è cercare la notizia e darla, senza se e senza ma. Devo ammettere che abbiamo lavorato bene in questi due giorni. Un lavoro di squadra, con una redazione formidabile. Piena di giovani di talento pronti a qualsiasi cosa ed animati dalla passione per la propria squadra del cuore. La notizia dell’esonero ce l’avevamo. E ci è stata confermata alle 14.52 di ieri da una persona della società. Abbiamo immediatamente chiamato Novellino al telefono. Ci ha risposto dopo un pò. Era il candidato numero uno ieri. E niente. Ha smentito. Nessun contatto. Abbiamo pensato che si trattasse di mera pretattica. Ed era anche giusto visto che Toscano non era ufficialmente esonerato. Almeno un comunicato ci voleva. E lo aspettavamo tutti. Ma più passavano le ore e più qualcosa non andava. Il comunicato non arrivava, gli incontri si susseguivano, la squadra che faceva ritorno da Ferrara. Summit prolungati poi la decisione di rinviare tutto alla mattinata (oggi ndr). Nella notte spunta De Canio, segno evidente che i contatti erano proseguiti. In molti lo danno in arrivo. Lo chiamiamo immediatamente. E pure lui smentisce. A questo punto non crediamo più alla pretattica. Il lavoro di squadra è quello di scambiarsi opinioni. Poi decidiamo di rischiare. Toscano resta, titoliamo, almeno per oggi. Perchè pensavamo che ci potesse essere almeno uno spiraglio per un nuovo dietrofront. E anche qui sbagliamo. Perchè resta, almeno per ora, fino a domenica. Il resto lo sapete tutti. Ha ragione il patron. Abbiamo scritto cretinate. L’esonero è invenzione della stampa. Toscano non è mai stato in discussione. Toscano è e resta l’allenatore dell’Avellino per i prossimi tre anni. Il progetto continua anche in caso di retrocessione. Anche doppia. E’ lui il nostro allenatore. “Abbiamo scritto cretinate”, è la verità. E per questo vi chiediamo scusa. Avete un motivo in più per non seguirci. Siamo dei romantici che non si svegliano mai. Ha ragione presidente, sognavamo la favola. Speravamo in un sussulto. Ma non possiamo farlo con la tasca degli altri. Ci scusi anche Taccone, ci scusi anche Gubitosa, ci scusiamo con tutti. Il nostro sogno finisce qui. Con un ceffone in pieno volto da sonnambuli che girano per il Partenio-Lombardi con l’intento di innamorarsi. Caro presidente, glielo dice un cretino. “Questa squadra non fa più innamorare. E nemmeno lei”. Il sogno è finito e la realtà è dura adesso. Sarà, immaginiamo, contestazione ad oltranza. Non si arrabbi, però. Se l’è meritata tutta.