+ESCLUSIVA + Avellino calcio – Ecco i documenti ufficiali: la verità sulla trattativa

La verità è sempre solo sulle carte. Non sulle parole. Nella serata di ieri ci siamo visti recapitare in sede dei documenti. Abbiamo trascorso l’intera notte per scoprirne la veridicità. Per approfondire. Per confermare. Ci assumiamo la responsabilità di quello che staremo per pubblicare. Vi garantiamo che sono documenti ufficiali. Ed abbiamo preso la decisione giusta per pubblicare la verità delle cose.
Sono documenti che confermano come, anche l’altro ieri, nell’ultima conferenza stampa tenuta da Walter Taccone, sono state dette falsità ai tifosi e all’Irpinia calcistica tutta. Non ci interessa l’uscita di scena di Ferullo. E per questo torniamo indietro. Torniamo sulla trattativa saltata tra il gruppo capeggiato da Gubitosa e Taccone. E per farlo, riportiamo integralmente, le dichiarazioni del patron.
Sorvoliamo sull’attacco rivolto dal Dr Prof. Walter Taccone al nostro Michelangelo Freda perchè su parole così gravi i giornalisti presenti si sarebbero dovuti alzare ed andare via (ma questo fa parte della dignità professionale ed è un discorso personale… perchè loro erano stati invitati e noi no e quindi Freda non poteva esserci chiaramente come non poteva esserci nessuno di SportAvellino e questo Taccone, argutamente, lo sapeva già). E su questo glissiamo perchè capiamo che il Dr. Prof. Taccone voleva fare il nome del giornalista scomodo per farlo puntare dalla piazza. Ha toppato purtroppo. Il discorso non fila presidente illustrissimo. Un giornalista di Roma può parlare di una cosa e uno di Avellino no? Ci spiace non è così che funziona. Lo è per Lei perchè forse è abituato e circondarsi di persone che obbediscono ai suoi ordini. Noi siamo liberi. E pertanto scriviamo quello che vogliamo prendendoci le nostre responsabilità, anche penali, se commettiamo errori…
Torniamo a noi. Sulla trattativa di Gubitosa siamo contenti di essere i destinatari di questo materiale che decidiamo di pubblicare per mettere una volta per tutte la parola fine a questa vicenda. E questa è la verità. L’unica verità. Quella scritta. Con retroscena incredibili. Questa è l’unica verità non detta volutamente da Taccone e nemmeno da Gubitosa che è uscito di scena e non intende più replicare. Nemmeno alle mezze offese lanciate dall’attuale patron nel corso dell’ultima conferenza stampa. E siccome le chiacchiere stanno a zero e le parole se le porta il vento (ultimamente se ne dicono tante specie in conferenze stampa improvvisate ad invito) ecco che ricostruiamo la storia e, alleghiamo, foto di documenti ufficiali che le parti si sono scambiate nel corso di questo mese di dicembre.
Di certo c’è una sola cosa. Ed è scritta. E il Dr Prof Taccone non può smentire perchè i documenti sono originali. Gubitosa intendeva accollarsi tutti i debiti (per lui 10milioni, per Taccone 7) più una buonuscita di 700mila euro. In pratica avrebbe pagato l’Avellino calcio per una cifra vicina agli 8milioni. Il giusto prezzo, sicuramente, per una società di B se i debiti fossero stati effettivamente 7. Qualcosina di troppo, aggiungiamo noi, se i debiti appurati da Gubitosa fossero 10.
Le parole di Taccone
“La proposta di Gubitosa non era seria. Le proposte serie si fanno in altri modi, la proposta di Gubitosa non è mai arrivata in sede. Con lui ci siamo incontrati, mi disse che avrebbe voluto prendere la società con altra gente, senza dirmi chi fossero i soggetti indicati. Poi mi disse che avrebbe voluto il 100% della società, gli risposi di essere a disposizione per la cessione del 90%. Non di più. Mi ha telefonato dopo un po’ e mi ha detto di essere d’accordo con l’acquistare il 90%. Poi di colpo rivoleva il 100%. E’ stato incoerente. Io faccio sempre quello che dico, non torno mai indietro sui miei passi”. Sono le dichiarazioni riportate dall’ottimo portale sportivo irpino Tuttoavellino.it (qui il link)
Primo punto – Sulla proposta che non era seria mente la prima volta. Perchè la accetta anche per la buonuscita che Gubitosa intende offrire. Lo vedrete nella lettera che Taccone invia al suo consulente Iorio successivamente.
Seconda bugia. Quando il patron dice che l’offerta e/o proposta di Gubitosa e dei suoi nuovi soci non è mai arrivata in sede, beh, questa è bella. Perchè ve la mostriamo. Ed è indirizzata all’Us Avellino e al consulente del Dr Walter Taccone incaricato di mediare nella trattativa di cessione lanciata da Gubitosa dopo un incontro con Massimiliano Taccone mentre il papà era in Portogallo.
E’ il 17 novembre 2017. Il commercialista che capeggia il gruppo guidato da Michele Gubitosa scrive al Dr Manlio Iorio, consulente di fiducia di Walter Taccone e commercialista dell’Avellino Calcio.
A guidare la due-diligence il commercialista Gargiulo insieme agli avvocati Antonio Rapolla ed Ester De Vita e alla dottoressa Anna Della Sala. La missiva è cordiale. Si chiede al Dr Iorio la disponibilità a prendere visione della documentazione societaria necessaria, così si legge, “all’espletamento del mandato”. Si indicano anche i tempi. “Contiamo – scrive Gargiulo – di chiudere l’attività in tempi brevissimi ed in ogni caso non oltre il prossimo 4 dicembre”. Il tutto accade il 17 novembre. Da lì, parte la due diligence del gruppo capeggiato da Gubitosa che comincia ad analizzare i bilanci. Una attività che dura una decina di giorni. Quindi, non c’è nulla di superficiale. Anzi. Tra le parti, immaginiamo, ci siano scambi continui di richieste e risposte. Poi, si cerca di chiudere. E’ il 30 novembre e dagli atti acquisiti, arriva la lettera con cui Natale Gargiulo, in nome e per conto del Gruppo Gubitosa (capeggiato dal patron Hs ma con all’interno, da quello che dicono voci di corridoio anche da un altro forte imprenditore avellinese che non è D’Agostino e un lombardo) scrive a Manlio Iorio e formula la sua offerta definitiva.
I punti imposti
- Acquisto del 100% del capitale sociale
- Pagamento del capitale nominale più accettazione di quanto richiesto verbalmente da Walter Taccone a Michele Gubitosa (buonuscita onerosa di 600mila euro da parte di Gubitosa per liquidare Taccone ndr)
- Cessazione di tutti i contratti con funzioni dirigenziali per il settore giovanile e relative liberatorie di nulla a pretendere
- Cessazione di tutti i contratti con consulenti esterni (avvocati, commercialisti, revisori e ogni altro professionista) con relative liberatorie di nulla a pretendere
- Cessazione di tutti i contratti di fitto degli spazi utilizzati dal settore giovanile
- All’atto notarile obbligo per Taccone di rilasciare una fideiussione bancaria a copertura di tutti i debiti fuori bilancio che potrebbero pervenire dopo l’ingresso della nuova compagine societaria con importo da stabilire
- Svincolo entro la data fissata per il passaggio notarile del pignoramento da parte dell’Agenzia della Riscossione dei conti correnti dell’Us Avellino 1912
- Fideiussione bancaria da parte di Taccone a copertura del 50% dell’investimento per coprire eventuali rischi derivati dal deferimento “Money Gate”
I tempi
- L’accordo preliminare con l’accettazione dei punti doveva essere firmato entro l’11 dicembre 2017. Entro quella data dovevano essere presentate da parte di Taccone le dimissioni e le liberatorie dei dirigenti del settore giovanile.
- Passaggio notarile e relativi pagamenti da parte della parte acquirente entro il 18/12/2017
- Dimissioni Cda e degli organi amministrativi attuali entro il 28/12/2017 con contestuale nomina del nuovo Cda
- Dal 28/12/2017 al 10/01/2018 affiancamento organizzativo e passaggio di consegne.
Nella missiva il Dr Natale Gargiulo specifica che i tempi stretti sono dettati da esigenze ovvie di calciomercato e della possibilità da parte del nuovo gruppo di intervenire per rinforzare la rosa.
E’ il 30 novembre. E, a differenza di quanto afferma il patron, lo stesso Walter Taccone firma la missiva con cui invita il Dr Manlio Iorio a rispondere a Michele Gubitosa e soci. La missiva è su carta intestata dell’Us Avellino ed è pertanto originale. Nell’oggetto la dicitura: proposta Dr Gargiulo per conto Sig. Gubitosa e soci.
Taccone rinvia subito al mittente il primo punto. “Il 100% delle quote dell’Us Avellino non è in vendita a nessun prezzo”
Accetta integralmente i punti 2,3,4 e 5.
Sul sesto glissa e rimanda al mittente. “Non volendo essendo responsabili di situazioni future, sulle quali non esiste certezza nè possibilità da parte nostra di difesa presso le sedi competenti”. Taccone, quindi, non si assume la responsabilità dei debiti fuori bilanci. Non li conosce, forse. O non riesce a quantificarli. Insomma, fa come Ponzio Pilato. Se ne lava le mani, opponendosi fermamente alla richiesta di Gubitosa di presentare garanzie per la copertura degli stessi.
Accetta, invece, di garantire sul caso Money Gate ma non nel 50% imposto da Gubitosa abbassando la quota al 25% del valore reale di acquisto concordato con Gubitosa.
Sull’ottavo punto relativo al pignoramento dei conti correnti dell’Us Avellino, Taccone tiene altresì a precisare che il “conto corrente vincolato dell’Us Avellino è oggetto di contestazione, ed il montante rientra nelle passività già evidenziate”. Offre comunque tutte le garanzie precisando un errore delle Agenzie delle Entrate già in corso di risoluzione.
Nella sua missiva Taccone conferma gli altri punti fissate nelle date e si dice disponibile a rassegnare le dimissioni sin da subito per favorire l’immediato inserimento del nuovo amministratore o del nuovo Consiglio di Amministrazione. Evoca, invece, come potete leggere dal documento, la richiesta di ricoprire la carica di “Presidente Onorario”, sottolineando come, non essendo stato menzionato nella proposta questo passaggio, “non ci siano difficoltà”.
Poi il passaggio chiave. Lo riportiamo in corsivo.
“Esimio Dr Iorio, La prego di voler trasmettere queste mie controdeduzioni che, se non accettate, equivarranno ad un rifiuto della proposta di acquisto. Per quanto riguarda infine la accettazione di quanto richiesto verbalmente al Signor Gubitosa desidererei discutere dell’importo (fissato a 600mila euro ndr), della definizione dello stesso e delle modalità di pagamento. Queste considerazioni non devono essere interpretate quale accettazione della proposta del 1 dicembre, ma un utile argomento di discussione con gli acquirenti”.
La trattativa è chiusa. Quello che fa crollare subito tutto è la mancata accettazione da parte di Taccone del primo punto. Gubitosa vuole il 100%, Taccone no. Vuole restare almeno con un 10%. Il gruppo Hs, lo stesso 1 dicembre, dirama un comunicato.
“Il gruppo HS Company annuncia di aver presentato alle ore 15 di venerdì 1 Dicembre, la proposta di offerta per l’acquisizione del 100% del pacchetto azionario dell’ Avellino Calcio. Tempestiva la risposta di diniego da parte del Dott. Walter Taccone: “il 100% dell’ U.S. Avellino, non è in vendita a nessun prezzo”. Pertanto si comunica che con oggi si chiude ogni tipo di trattativa con l’U.S. Avellino 1912 Srl in quanto, dopo essere stati all’interno della società sportiva per tre campionati come main sponsor e soci, il nostro gruppo ritiene che la gestione di una squadra di calcio per una provincia come Avellino deve essere gestita con il 100% del capitale. Questa la motivazione principale per cui ad aprile 2017 sono stati dismessi tutti gli investimenti in attesa di poter rientrare solo al 100% delle quote e che quindi ad oggi ci impediscono di rientrare come soci”.
Discorso chiuso. Gubitosa si ritira dopo l’ennesimo colpo di scena che, in precedenza, aveva portato lo stesso Gubitosa a svelare che ad ottobre Taccone aveva ceduto il 15% ad Angelo Ferullo. Ma i rapporti e gli strappi si erano ricuciti. C’è chi giura che Gubitosa nonostante il comunicato, fosse ancora interessato all’Avellino. Sono giorni di silenzio. Ma le parti si sentono, seppure informalmente. Fino al 4 dicembre quando all’Hotel de La Ville è in agenda un convegno organizzato da Bruno Iovino sulla Giustizia Sportiva. Taccone è invitato, anche Gubitosa. Ma la mattina le parti si sentono. Taccone riapre a Gubitosa e invita l’ex socio ad un appuntamento allo stesso Hotel. Tutto riaperto. I due si intrattengono. C’è solo da chiudere. D’altronde l’offerta resta valida ed è sulla scrivania di Taccone che l’aveva rimandata al mittente.
Taccone accetta di vendere al 100% ma su un punto rimane fermo. Non intende fornire nessuna garanzia sui debiti fuori bilancio. Ma nè Gubitosa nè i soci che con lui sono pronti subito a scendere in campo non intendono cedere. Perchè?
Perchè temono colpi di scena da parte del patron. Gubitosa lascia l’Hotel de La Ville confermando a taccuini e microfoni che le parti sono lontane. Che Taccone ora vuole vendere al 100% ma non accettare il punto delle garanzie. Taccone esce visibilmente contrariato dal faccia a faccia con Gubitosa. “Non vendo – dice – L’offerta non convince nessuno”.
E’ l’inizio della fine. O meglio la fine della trattativa. Gubitosa esce di scena e da quel 4 dicembre rompe i ponti. Interpellato spesso dalla stampa preferisce non parlare più. Parla, invece Taccone. Dice e non dice il patron. Spesso si contraddice. Ma mai mostra i documenti ufficiali. Lo facciamo noi adesso. Con la speranza di mettere la parola fine e rendere i tifosi consapevoli del continuo gioco delle parti del patron.
L”ultima precisazione.
Non tiriamo la volata a nessuno. Non siamo nè con Taccone, nè contro Taccone. Nè siamo nè con Gubitosa, nè contro Gubitosa. Siamo per la verità. E questa dà ai lettori la facoltà di capire come sono andate le cose. Taccone non vuole vendere. Non vuole abbandonare la scena. Ha tutta la facoltà di farlo. Ma non può continuare a dire bugie ai tifosi nei suoi interventi televisivi o nelle conferenze stampa. L’attuale patron dell’Avellino dovrà essere sincero. I documenti parlano da soli. Ha ricevuto una offerta e l’ha valutata. L’ha prima bocciata, poi confermata e poi è tornato di nuovo indietro. E’ stato chiaro solo su un aspetto: non vende il 100%. Ma, non troverà nessuno, dopo le vicende degli ultimi anni (inchieste, pignoramenti, penalizzazioni, lodi, ammende, squalifiche) a mettersi in società con lui. Se non l’ha fatto Gubitosa, che è stato un suo socio di minoranza, non lo farà nessuno specie se si tratterà di imprenditori irpini.
Il futuro dell’Us Avellino è nelle sue mani. Come lo era stato nelle mani dei Pugliese nel 2009. La situazione debitoria preoccupa. Inutile girarsi attorno. Sette, otto o dieci milioni sono tanti di questi tempi. Considerato lo strappo con il Comune (altro contenzioso in atto grave da risolvere) la questione della costruzione del nuovo stadio, fin quando ci sarà Taccone in sella, sarà congelato ad oltranza. I tifosi sono in fermento e sarà contestazione fino a quando non lascerà.
Insomma, quello che preoccupa, oggi, è il presente e il futuro. Con una squadra dilaniata da una tranquillità inesistente, il rischio è che tutti decidano di mollare. E, caro presidente, non se ne venga con la storiella che i calciatori non vogliono venire perchè l’ambiente è infuocato ed è in fermento. I calciatori sono professionisti. Campano coi soldi, con gli ingaggi. Ascoltano i procuratori. E di procuratori amici, oggi, l’Avellino ne ha due, al massimo tre. Quindi, di fronte a sè, ora, Taccone ha un bivio. Lasciare o continuare. Da solo. Perchè nessun irpino gli porgerà la mano in caso di difficoltà. Purtroppo.