I retroscena della trattativa – Taccone garantì Gubitosa sul processo: se l’Avellino viene retrocesso pago il 25% in più

In uno degli 8 punti imposti da Gubitosa, c’era la clausola “Catanzaro”. Che Taccone accettò senza batter ciglio di fronte alla richieste del patron della HS. E cioè, restituire tutto più il 25%, in caso di condanna nel processo di Catanzaro che si apre domani. Il tutto garantito da fideiussioni “certe” come quelle prestate per le iscrizioni ai campionati. Proprio Taccone, convinto del buon esito dell’operazione, avallò la “tutela” contrattuale di Gubitosa. Aderendo a tutti gli 8 punti imposti (dall’azzeramento del settore giovanile, alle dimissioni da amministratore e dalla carica di presidente) tranne che ad uno. Quello che inizialmente fece saltare il banco: di vendere tutto il 100% delle quote. Ma “bluffò” sin dall’inizio perchè non aveva ottenuto comunque il via libera da Ferullo. Mentre Gubitosa sapeva il contrario ed ottenne però la conferma proprio da Ferullo in una dura telefonata con lo stesso. Gli ambienti vicini all’imprenditore di HS (che è a capo di un gruppo di imprese con un fatturato vicino agli 80 milioni di euro) parlano di un Gubitosa adirato e nervoso. Ferullo aveva confermato al telefono che Taccone agiva solo per suo conto e non per lui. E svelò a Gubitosa anche il programma di salire fino al 70% in pochi mesi con l’affiancamento graduale di altri imprenditori a lui vicini. Quindi, lo scambio epistolare tra legali e commercialisti di Taccone e Gubitosa, si rivelò inutile. Anche se Taccone avesse accettato di vendere il 100% non avrebbe potuto farlo perchè Ferullo si era già opposto all’inizio.
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