Potrebbe sembrare quasi scontato. Forse anche inutile. Alla luce dei risultati di questo pomeriggio una vittoria potrebbe regalare il secondo posto. Un dettaglio. Non è quello che conta. Perchè fino ad ora la squadra ha mostrato qualche lacuna da un punto di vista tecnico e strutturale, ma una generosità di quelle mostruose. Di quelle che ti riempiono il cuore. L’entusiamo verso questo ritrovato benedetto “pallone” è contagioso. Mio figlio che chiede a gran voce (e la ottiene) la maglia originale di Schiavon comprata dallo store. Poi va a finire che va al Teatro Gesualdo per lo spettacolo di Siani e torna a casa soddisfatto. Non per l’attore. Ma per una foto rubata ad Arini e D’Angelo.
E’ questo il punto. Proprio questo. Un calciatore dell’Avellino che vive la città e magari regala emozioni per la sua presenza. Non accadeva da anni, non accadeva da decenni. Non accadeva da sempre, per me, che ho vissuto di striscio l’ultimo anno della serie A e che mi sono innamorato dell’Avellino quando alle prime armi facevo le interviste a Geretto, nella gestione Sibilia, mentre la squadra si allenava sul Partenio. Dettagli, sfumature. Poi si dirà che dal fallimento ad oggi sono scomparsi tutti e sono tornati sul carro quando l’Avellino ha ripreso a vincere. Anche questi sono dettagli e sfumature. Perchè l’Avellino in questo momento ha bisogno di tutti. Ha bisogno di vivere le emozioni del tempo andato, l’Avellino ha bisogno di tornare a piangere per una partita di pallone. L’Avellino ha bisogno di tutti.
Ecco perchè La Spezia è tappa troppo importante per rivivere le emozioni di sempre. La partita di La Spezia è troppo importante per questa provincia. Perchè regalerebbe un’altra lacrima, un altro sussulto, un’altra settimana di follia biancoverde. Forse la squadra non leggerà questo invito, non leggerà questo appello. Ma non ce n’è bisogno. Per quello ci pensa Rastelli. Ai nostri calciatori chiediamo di giocare col cuore. Come sempre hanno fatto fino ad ora. E poi quello che succede succede. Nulla importa ma questa provincia intera, ora più di prima, ha bisogno di sognare. Di far innamorare i bambini. Di far impazzire le masse. Di riportare la gente al Partenio-Lombardi. Non serve altro. Serve giocare con la maglia e per la maglia. E se lo farete, come state facendo, un giorno si potrebbe rivivere il sogno di trovare tremila persone davanti alla porta carraia. Come l’anno scorso. E respirare di nuovo il profumo dei fumogeni festanti. Di colore bianco e verde. Come la maglietta. Come la passione. Che si è riaccesa. Come la speranza. Che è rinata. Inseguendo un sogno lungo lungo. Non svegliateci ragazzi. A La Spezia con il cuore. Verrà tutto facile. In bocca al lupo a tutti.