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Anima e cuore. Carriero, il leader emotivo dei lupi

Il centrocampista è il punto di riferimento per squadra e tifosi

Nel prezioso successo ottenuto ieri contro il Bari, con una prova di grande forza e determinazione, l’Avellino ha ritrovato quello che può essere ormai definito il suo leader emotivo: Giuseppe Carriero. Dopo lo stop forzato di 20 giorni, causa Covid, il centrocampista ex Parma è rientrato in campo dal 1’ e ha sfoderato una prestazione di grandissimo impatto dal punto di vista del dinamismo e dell’intensità. Nei meccanismi di squadra della formazione biancoverde, le caratteristiche di Carriero si rivelano davvero decisive e consentono alla squadra di aumentare tassativamente il proprio grado di forza e di competitività.

Nella linea mediana disegnata da Braglia, infatti, il classe ’97 costituisce lo stantuffo in grado di recuperare palloni e di rovesciare – con grande energia – l’azione da difensiva in offensiva. Con lui in campo, in pratica, per i lupi cambia il modo di giocare e di interpretare la gara, cambia la sostanza. La sua polivalenza dal punto di vista tattico e il piglio con cui si butta su ogni pallone lo rendono a tutti gli effetti il leader tecnico ed emotivo della squadra, l’uomo capace di alzare il livello di pathos della squadra e di trasformarlo in carica vitale.

Senza alcuna retorica, Carriero è dunque il calciatore che più di ogni altro riesce a migliorare la squadra, probabilmente l’unico imprescindibile. Non è un caso che in sua assenza siano arrivate prestazioni meno convincenti e diverse reti subite, mentre quando lui è in campo la porta diventa quasi imperforabile (1 solo gol preso, contro il Bisceglie, negli oltre 900’ con lui in squadra). È per tutti questi motivi che il numero 21 è diventato l’asse centrale del lupo, riconosciuto anche dai tifosi. Tifosi che in lui rivedono lo spirito, l’anima e il cuore degli anni ’80: quelli del grande Avellino.

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