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Pochi tiri, pochi tocchi in area: Avellino, la fase offensiva è da costruire

Cosa suggeriscono i dati dopo le prime due giornate di campionato

Due giornate sono un frammento minimo di campionato, ma possono già restituire alcune interessanti indicazioni. Per l’Avellino, in particolare, il primo tratto della Serie B 2025/2026 racconta una fase offensiva ancora in cerca di definizione, complici anche le tante assenze e il livello degli avversari incontrati.

I numeri parlano chiaro. Secondo i dati di FbRef, l’Avellino ha prodotto 0.84 expected goals complessivi, segnando un solo gol con Sounas a Modena. Ma è il contesto generale a rendere il dato più evidente. La squadra di Biancolino è infatti diciassettesima per numero di tiri (17), diciassettesima per conclusioni nello specchio (4), diciannovesima per tocchi in area di rigore (15) e quattordicesima per la distanza media dei tiri (19.6 metri).

Il quadro che emerge è quello di una squadra che fatica a entrare in area, e che quindi si affida quasi esclusivamente alle conclusioni dalla distanza, con margini di pericolosità ridotti. Non si tratta evidentemente di una scelta, ma di meccanismi ancora da costruire tra movimenti, connessioni e tempi di gioco.

La Serie B è un torneo che premia la capacità di adattarsi. L’Avellino ha mostrato una buona risposta mentale dopo il ko di Frosinone, ma per fare il salto di qualità servirà lavorare sulla fluidità della produzione offensiva, sia in termini di qualità che di quantità. La sosta arriva in questo senso nel momento giusto: verso il Monza, Biancolino ha il tempo per affinare gli automatismi e trovare nuove soluzioni. Sbloccare la fase offensiva è la chiave per rendere il lupo più leggero e per far diventare più difficile metterlo alle corde.


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