Avellino, fase di possesso da migliorare: Simic il più coinvolto, occorre osare di più
L’analisi sulla distribuzione dei tocchi di palla in casa biancoverde

Nell’avvio di campionato, contro Frosinone e Modena, l’Avellino ha mostrato una manovra ancora poco fluida. Il dato degli expected goals e quello dei tocchi in area raccontano una fase offensiva in costruzione, ma anche la distribuzione dei tocchi di palla tra i singoli giocatori (fonte: FbRef) offre spunti interessanti per leggere il momento tecnico della formazione biancoverde.
Il giocatore con più tocchi è stato Lorenco Simic, con 138 palloni giocati tra le due gare. Un dato che, al di là della sua potenziale leadership difensiva, evidenzia un baricentro basso della manovra. Quando il centrale è il fulcro del possesso, significa che la costruzione si ferma spesso nella linea arretrata. Alle spalle del centrale croato troviamo Palumbo (199) e Cancellotti (116); Iannarilli ha toccato invece 72 palloni, segno di un possesso che torna frequentemente indietro, senza trovare sbocchi verticali.
I numeri dei giocatori più offensivi confermano questa tendenza. Sounas ha totalizzato 71 tocchi, ma è l’unico tra i giocatori avanzati ad avvicinarsi ai volumi dei calciatori sopracitati. Besaggio, titolare in entrambe le gare da mezzala, ha raccolto solo 48 tocchi: un dato basso per chi avrebbe la possibilità di accendere la rifinitura. I vari trequartisti schierati – Insigne (59), Russo (38), D’Andrea (28, ma in meno minuti) – sono rimasti spesso ai margini del gioco, mentre le punte (Lescano 34, Patierno 18, Crespi 17) risultano poco coinvolte e spesso isolate.
Questi dati restituiscono un quadro chiaro: il possesso dell’Avellino è abbastanza ordinato, ma ancora troppo “basso” e poco produttivo. La costruzione nasce dalla difesa, si sviluppa con prudenza, ma fatica a trovare sbocchi tra le linee. I fantasisti ricevono pochi palloni nelle zone pericolose e gli attaccanti non vengono di conseguenza messi nelle condizioni di incidere. La pausa verso la sfida con il Monza offre il tempo necessario per limare questi difetti. Perché il possesso da solo non basa se non si traduce in pericolo.