L’Avellino e la Serie B ritrovata: una riconnessione che profuma di storia
Il ritorno in cadetteria tra identità e appartenenza

Due giornate sono già alle spalle. Il calendario ha cominciato a scorrere, il primo punto è arrivato, e l’Avellino ha rimesso piede in Serie B con la discrezione e l’umiltà di chi si riaffaccia ad un luogo caro, eppure profondamente cambiato. La promozione è ormai un meraviglioso ricordo di primavera, celebrata con entusiasmo e vissuta con gratitudine. Ora è però tempo di vivere in profondità il torneo cadetto, non come traguardo, ma come un nuovo inizio.
La sosta di settembre accompagna i lupi verso il ritorno nella propria tana, il “Partenio-Lombardi”, per quello che sarà probabilmente il primo vero contatto consapevole con una realtà che sembrava lontana, quasi sfocata, e che ora è invece nuovamente a portata di voce, di sguardo, di passo. Il ritorno tra i cadetti non è solo una conquista tecnica o sportiva: è una riconnessione profonda con ciò che l’Avellino calcistica è sempre stata. Una piazza che non ha mai smesso di vivere il calcio come parte del proprio tessuto, anche quando le categorie sembravano non restituire il riflesso atteso.
Il gol di Sounas al “Braglia” di Modena non ha solo spezzato un digiuno lungo sette anni, ma ha fatto molto di più: ha rotto la tensione, ha sciolto un nodo, ha dimostrato che questa squadra può parlare la lingua della Serie B. Non è solo statistica, bensì è il primo passo di una nuova grammatica calcistica, che dovrà poggiare su concetti come equilibrio, pazienza e costruzione.
D’altra parte, ad Avellino, il calcio non è mai stato solo questione di risultati. È un fatto di pelle, di memoria, di riconoscimento. Ogni maglia biancoverde porta con sé un frammento di storia, ogni partita giocata è un modo per riaffermare la propria identità, senza mai permettere al filo dell’appartenenza di spezzarsi. E qui entra in gioco il tifo. Quello che ha atteso, che ha resistito, che ha continuato a credere anche quando tutto sembrava perduto.
E per chi non ce l’ha fatta, il ritorno in Serie B al “Partenio” sarà la migliore occasione di riconciliazione. Tra chi è rimasto e chi è tornato. Tra chi ha sperato e chi sta ricominciando a farlo. Sarà il momento in cui la Serie B smetterà davvero di essere un orizzonte evocato e tornerà a essere un’esperienza. E da lì, poi, toccherà all’Avellino provare a scrivere una storia che assomigli a sé e alla sua radicata tradizione calcistica.