CALCIOUS AVELLINO

L’elogio dell’ignoranza e dell’errore

Un'analisi a cura di Antonio Fusco

Abbiamo atteso l’esordio in Serie B dell’Avellino trepidanti. Il destino, poi, ci ha rimesso lo zampino: dopo il “Memorial Sandro Criscitiello” giocato contro la Lazio, infatti, anche l’esordio in cadetteria dei lupi, a distanza di sette anni, è allo stadio “Stirpe” di Frosinone, stadio in cui l’Avellino ha dovuto dire addio al calcio professionistico.

Frosinone-Avellino: un esordio amaro

Insomma, si è ricominciato dove tutto era finito, immaginavamo che tutto potesse collimare e consegnarci l’inizio perfetto. La partita a cui abbiamo assistito non può in alcun modo aver soddisfatto le aspettative di qualunque sportivo, con un Avellino praticamente non pervenuto. I biancoverdi sono apparsi impallati, soprattutto di testa, non ancora integrati nella nuova categoria d’appartenenza. Ed incapaci di abbozzare una reazione ai due gol subiti dal Frosinone che, al contrario, è parsa una squadra più organizzata e strutturata.

Avellino, tra domande e speranze: sei davvero questo?

Alla luce di tutto quanto, ci chiediamo: è davvero questo l’Avellino? Può essere davvero questa la squadra pensata, alla quale si è lavorato sul mercato? E tatticamente, può essere davvero così? Io penso di no. Poiché non eravamo campioni quando abbiamo ben figurato contro la Lazio, né scarsi dopo la gara con il Cerignola. Né ora, dopo la sconfitta rimediata sabato sera. “La domanda del giorno dopo, però, racchiude una speranza”: “il non visto” allo stadio Stirpe, sia oggetto di pronta riflessione tattica e di mercato. È vero, niente drammi, siamo solo alla prima. Ma questa, pur giusta, considerazione porti ad una conclusione: trasformare le difficoltà in opportunità; problematiche che, altrimenti, rischiano di acuirsi nel tempo.

La gara del debutto in Serie B ci ha consegnato un Avellino che sbaglia l’approccio ed un allenatore che sbaglia, almeno nelle scelte iniziali. La prova di una squadra in tilt è nel primo gol subito. La partita poi presenta il conto con il secondo gol dei ciociari.

I cambi, tardivi, portano maggiore verve: Milani, D’Andrea, Kumi, Crespi, Panico. Nonostante loro, che pure sembravano potessero pungere: stesso ritmo, stessa cadenza. Nulla cambia, neanche con la superiorità numerica a favore dell’Avellino. Il tempo scorre, la trama è scritta, il finale arriva: prima sconfitta in campionato. Ora è tempo di resettare e ripartire: testa al Modena e testa, per il direttore Aiello, eventualmente al mercato, per tramutare le difficoltà in opportunità.

Nel titolo ho ricordato un libro di Gianrico Carofiglio, “L’elogio dell’ignoranza e dell’errore”. Non per “magnificare l’ignoranza”, ma per saperla riconoscere e porvi rimedio. Non per invitare a compiere un errore, ma per riconoscerlo e porvi altrettanto rimedio: il tutto per una continua e proficua crescita.


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