US AVELLINO

Leadership e identità: Braglia merita la conferma

Il tecnico ha il contratto in scadenza: ecco perché va rinnovato

La stagione dell’Avellino si è chiusa sul più bello, a due passi dal sogno della B, generando una strana sensazione di rammarico per l’obiettivo sfumato e al contempo di soddisfazione per il percorso fatto. In meno di un anno infatti la squadra biancoverde è cresciuta tantissimo, passando dall’essere una formazione di metà classifica ai vertici del girone C. Lo ha fatto cambiando radicalmente, negli uomini e nelle intenzioni. Lo ha fatto anche e soprattutto grazie al tecnico, Piero Braglia, sul cui futuro si è cominciato a discutere animatamente nelle ultime ore. Il mister toscano ha infatti il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno, in virtù dell’annuale firmato un anno fa, per cui la società e lo stesso allenatore sono ora chiamati a ragionare sul futuro prossimo. Braglia merita la conferma? Oppure le strade si separeranno?

Nel corso della stagione la famiglia D’Agostino ha più volte espresso l’intenzione di proseguire con lo stesso staff tecnico, rispettando però l’idea di Braglia di rimandare ogni discorso a fine stagione. Una richiesta lecita, persino naturale alla luce della carriera e del carattere del tecnico di Grosseto, abituato da sempre a meritarsi la fiducia sul campo. Ora però il momento del confronto, quindi della decisione, è arrivato: e sul tavolo ci saranno tutte le riflessioni, le analisi e i giudizi maturati nel corso di una stagione lunga e appassionante.

Una stagione nella quale la critica non è stata certamente morbida con Braglia, nonostante i meriti superino di gran lunga i demeriti. Alla luce dei risultati ottenuti, in linea con le richieste iniziali del club, il lavoro dell’allenatore è stato sicuramente soddisfacente. In un girone complicato, in una stagione difficile tra covid e infortuni (Laezza, Errico, Forte, infine Silvestri), restare in alto non era semplice ma l’Avellino è riuscito a farlo. E lo ha fatto con merito, attenuando gli effetti delle mini crisi con carattere ed esperienza. La rosa costruita in estate, in così poco tempo, non era evidentemente tra le più forti, complice qualche carenza strutturale e qualche limite di troppo. Ciononostante Braglia ha sopperito con intelligenza e duttilità: adattando il suo credo alle caratteristiche della rosa (non 4-4-2, ma 3-5-2) e soprattutto costruendo una forte identità battagliera, in linea con la tradizione del club.

La maggior parte dei meriti per la crescita sportiva e gestionale dell’Avellino va pertanto attribuita a Piero Braglia: senza una vera e propria stella in campo, l’allenatore è stato il leader e il valore aggiunto dei biancoverdi in questa stagione. Prima rivitalizzando l’ambiente, dandogli mentalità ed entusiasmo; poi responsabilizzando i calciatori, gestendoli con il bastone e la carota nel corso dell’anno. Infine dando un’anima alla squadra, cosa che – come si diceva prima – ha permesso ai lupi di andare oltre i propri limiti e di porre le basi anche per l’immediato futuro.

È per tutte queste ragioni che l’allenatore dei lupi si è meritato la conferma. La sua esperienza, la sua abitudine alle pressioni e l’attitudine a vincere possono essere la più grande certezza nel tentativo dell’Avellino di lanciare l’assalto alla B. Con la speranza di poter contare stavolta sull’appoggio caloroso del pubblico del Partenio: una spinta e un legame che un sanguigno come Braglia merita di poter vivere.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio