Ternana-Avellino 4-1, le pagelle della débâcle del “Liberati”
Le pagelle dei biancoverdi

Sconfitta netta e rovinosa per l’Avellino, che crolla al “Liberati” e cede per 4-1 di fronte alla capolista Ternana. Le Fere volano in B con una prestazione sontuosa, che costringe i lupi ad una débâcle simile a quella vissuta qualche mese fa a Bari.
Forte 4: non impeccabile sul diagonale fulmineo con cui Falletti sblocca il match, l’estremo difensore biancoverde lascia a desiderare anche nell’azione del 2-0, quando probabilmente sbaglia i tempi dell’uscita. Giornata da dimenticare per un portiere di solito sempre molto affidabile.
Ciancio 4: parte a sorpresa nel terzetto di centrali, prima di tornare nel ruolo di esterno quando ormai i giochi sono fatti. Come tutta la retroguardia, soffre la vivacità e la freschezza degli avanti umbri. Giornata da dimenticare anche per l’esperto difensore.
Miceli 4: come nelle altre débâcle stagionali, è tutto il reparto difensivo dell’Avellino a faticare. Il capitano non riesce a porre un argine alla furia offensiva delle Fere, palesando un nervosismo che lo porta anche ad errori banali, come il pallone perso al limite dell’area da cui per poco non nasce il 4-0.
(dal 55’ Dossena 5: Partipilo parte da posizione offside, ma lo brucia in occasione del poker. Trova il gol della bandiera nel finale).
Illanes 4: in genere ha grande lucidità nel leggere le situazioni e affrontare ogni tipo di attaccante. Oggi però è fuori giri, soffre maledettamente i tagli letali delle Fere e va in estrema difficoltà.
Rizzo 4,5: stranamente Braglia decide di stravolgere l’assetto proposto nell’ultima gara e lo fa partire nel ruolo di esterno. In una giornata simile il numero 2 non può fare miracoli e viene infatti travolto dal disastro generale, ma se non altro dimostra di avere un discreto piglio dal punto di vista fisico.
(dal 73’ M. Silvestri s.v.: entra sul punteggio di 4-0, non è giudicabile).
Aloi 5: a farla da padrone è il dinamismo delle Fere, che impongono la loro qualità e il loro ritmo dalla mediana in su. Anche il numero 4 patisce l’aggressività degli avversari, ma ha dalla sua le due conclusioni – una murata sulla linea – con cui prova a smuovere una gara segnata sin dall’inizio. Trova l’assist nel finale per Dossena.
Silvestri 4: Braglia lo fa partire a sorpresa nel ruolo di interno di centrocampo. Non è il suo ruolo e infatti il numero 28 fa fatica a prendere le misure. Va in difficoltà dopo 20” sull’inserimento letale di Falletti, è troppo morbido anche su Partipilo nell’azione del tris.
Tito 5: ha la diffida che gli pende sulla testa come la spada di Damocle e questo lo frena nell’irruenza degli interventi e nello spirito. Nella pulizia delle giocate è però sempre lucido, a differenza di molti compagni. Non è sufficiente, naturalmente, ma è comunque una sottile differenza che va sottolineata.
(dal 73’ Baraye s.v.: entra quando la partita non ha più nulla da dire).
Fella 4: schierato per le difficoltà fisiche di D’Angelo e forse anche per i malumori palesati nelle ultime settimane, l’ex Monopoli delude più di chiunque altro. Zero palloni giocati, zero intensità, zero ritmo. Deve tornare con i piedi per terra o ai playoff resterà a guardare i compagni.
(dal 55’ Adamo 5: non è al meglio, si sacrifica per la squadra ma non può dare nulla in termini di reattività).
Maniero 4,5: un paio di palle gol nel primo tempo, in particolare una girata al 25’, che fanno sentire la sua “presenza” nella partita ma non bastano a salvarlo dal brutto ko. In certe circostanze bisogna metterci qualcosa in più in termini di freddezza ed efficacia.
Santaniello 5: è quello che approccia meglio la gara, muovendosi molto e trovando anche Aloi per la palla del possibile 1-1. È in crescita dopo diversi mesi al di sotto delle aspettative. Si spera che la sua fame e la sua generosità possano diventare qualcosa in più nei prossimi impegni.
(dal 64’ Bernardotto 5: rimette minuti nelle gambe dopo la forzata inattività).