
La vittoria del PalaRadi allontana gli spettri che si erano posati sulla Sidigas Avellino e riaccende il buonumore intorno alla squadra e, soprattutto, intorno a molti dei giocatori più sulla graticola degli ultimi mesi. Le prestazioni di Obasohan, Thomas e Zerini sono state nettamente sopra le righe rispetto alle ultime uscite. Ma andiamo per ordine. Retin Obasohan ha chiuso con 20 punti (7/9 da due) e una prestazione che ha lasciato un buon sapore nella bocca dei tifosi: sembrato pimpante lungo tutto l’arco dei minuti trascorsi sul parquet, efficace anche nel cooperare coi compagni, non proprio la specialità della casa, e sempre presente a livello fisico, cosa molto più usuale per il Belga. C’è sempre da migliorare, come al tiro da tre (1/5) e ai liberi (3/6), ed una rondine non fa di certo primavera ma il grado di coinvolgimento di Obasohan sta salendo e i problemi fisici che lo hanno rallentato sembrano alle spalle, basti vedere la windmill messa a segno nel finale. Adonis Thomas, poi, ha messo a referto 19 punti con un incoraggiante 6/9 al tiro e raccolto 5 rimbalzi. L’andamento al tiro da tre rimane un po’ ondivago e, non tanto per il 2/5, quanto per la poca continuità che lo contraddistingue e che lo fa incappare in errori inspiegabili come quando nel terzo periodo ha colpito il sostegno del tabellone dall’angolo. È chiaro che le sue doti principali non siano quelle balistiche, ma è altrettanto lampante che c’è bisogno di aumentare la pericolosità da dietro l’arco, per creare maggior spazio sia a Fesenko per giocare in post basso, sia per Ragland che può solo beneficiare di un’area più sgombra. Arriviamo dunque ad Andrea Zerini. Il referto dell’ex capitano di Brindisi non è pomposo come quello dei due compagni precedentemente trattati (2 punti e 3 rimbalzi) ma la sostanza della sua prestazione non è nei numeri. Zerini è stato chiamato in campo da coach Sacripanti per prendere i minuti che, probabilmente, sarebbero stati di Cusin, uscito acciaccato dopo poco più di 3 minuti, e ha fatto benissimo, stando in campo al posto di Fesenko nel momento più duro del match e marchiando a fuoco la sua prestazioni con grandi giocate difensive, senza le quali forse la Scandone avrebbe continuato a soffrire. L’importanza del suo inserimento è enorme e la speranza è che possa esprimersi su questi livelli con continuità, dando fiato a Leunen e presentandosi come una valida alternativa per i quintetti più leggeri.
di Gianmarco Venezia