Facundo Lescano, un bomber in missione: storia di rifiuti e gavetta
Tante esperienze, alcune travagliate: ora l’attaccante di Mercedes è deciso a regalare all’Avellino, e a se stesso, la Serie B

Facundo Lescano, el nacimiento de un ídolo de Avellino
Titolava così balonlatino, una rinomata rivista sudamericana. In quel caso era “Pescara” a prendere il posto di “Avellino”. La storia, però, ormai è cambiata. Lescano, colpo da 90 del mercato invernale, indossa la maglia biancoverde e, di giornata in giornata, alimenta l’entusiasmo e la passione dei tifosi biancoverdi a suon di reti.
Efficaci. Come quelle alla Turris, ormai cancellate, ma che resteranno per chi ha potuto assistere all’esordio dell’argentino. Prima palla toccata e subito gol: un biglietto da visita discreto.
Pesanti e belle. Come quelle alla Juventus Next Gen, in cui l’argentino ha messo in mostra tutto il suo repertorio tecnico. Perché, per quanto se ne dica, il numero 32 biancoverde oltre al fiuto del gol abbina una qualità tecnica invidiabile.

Oppure utili a respirare. Come quella contro il Trapani, sua ex squadra, che è servita a chiudere definitivamente il match. Un gol da attaccante di razza: stop e girata, senza nemmeno osservare la porta. Perché Facundo ha solo bisogno di sentirla. E le sue orecchie sono tutte per lei. Ne è la dimostrazione il fatto che l’attaccante, nonostante un cambio di piazza e di obiettivi stagionali (avvenuto a gennaio), abbia continuato a segnare a ritmi incessanti. Adattandosi subito al contesto avellinese, sopportandone pressioni e condividendone ambizioni.
Dicerie spazzate via: parla il campo, esegue Lescano
Insomma, Avellino ha trovato in Lescano il rifinitore perfetto. Che con Patierno, sempre in movimento e abile a concedergli spazi, forma una coppia da paura per il campionato di Serie C. A “Il Mattino” il centravanti aveva espresso chiaramente il suo desiderio di “aprire un ciclo ad Avellino”. A dimostrazione della voglia, oltre che del talento, di Lescano di prendersi una categoria che la sfortuna non ha mai voluto concedergli.
Maturo, a servizio della squadra, silenzioso e lavoratore. Le premesse, arrivato ad Avellino, lo descrivevano come il contrario di quanto scritto. Il “Faca” ci ha tenuto a zittire tutti. Con l’atteggiamento, ma soprattutto con il suo più grande mezzo d’espressione: il gol.
Facundo Lescano si è preso Avellino sulle spalle, ed ora quell’alone di mistero non è nient’altro che l’aura da goleador.