L’amore per il futsal, il rapporto con Abate e i consigli ai più giovani: Alex ha ancora tanto da dare
Il pivot della Sandro Abate è stato intervistato ai nostri microfoni

Un rettangolo di gioco e un pallone. È tutto ciò che serve, nella mente di un bambino, per iniziare a sognare in grande. Al di là delle regole, delle misure e delle tattiche, la vera scintilla che accende i sogni e che può far raggiungere una carriera straordinaria è la passione. Ne sa qualcosa Alejandro Yepes Balsalobre, per tutti semplicemente Alex, conosciuto nella sua Spagna come “El Diablo di Cieza”.
Arrivato per la prima volta in Irpinia nel 2021, Alex è diventato subito un punto di riferimento per la Sandro Abate, prima di intraprendere una parentesi importante (e complicata) con il Barcellona. Il suo palmarès parla chiaro: una Liga, quattro Supercoppe di Spagna, due Coppe del Rey, quattro Coppe del Presidente e il titolo da Campione d’Europa con la Nazionale spagnola.
Tornato ad Avellino nel dicembre del 2024, con nuovi obiettivi e la stessa fame di sempre, Alex si è raccontato ai nostri microfoni tra aneddoti personali, consigli ai più giovani e una certezza: dare tutto per riportare la Sandro Abate a vincere, a cominciare dalla sfida del 25 aprile contro il Catania, dopo la sosta.
Alex, alle spalle ha una gran carriera, un percorso importante e ricco di esperienze. Partendo dall’inizio: cosa l’ha spinta ad avvicinarsi al calcio a 5 e, se ci sono stati, quali sono stati gli idoli che l’hanno ispirato particolarmente?
Il calcio a 5 è la mia vita. Tutto è iniziato grazie a mio padre. È lui che mi ha portato a diventare quello che sono oggi. Fin da quando avevo tre anni, mi portava al campo di calcio a 5 e da allora mi sono innamorato di questo sport. Non ho mai giocato a calcio a 11, non mi piace. Ci sono stati tanti giocatori importanti ne ElPozo Murcia. Tanti grandi giocatori mi hanno ispirato: Kike Boned, Wilde, Vinicius…e tanti altri giocatori bravi con cui ho avuto anche la fortuna di giocare.
Una parte significativa del suo percorso si è svolta in Spagna. Non solo con ElPozo Murcia, anche con la nazionale spagnola. Qual è il ricordo che conserva con più affetto?
Senza dubbio la Coppa d’Europa con la nazionale spagnola. È vero, con ElPozo Murcia ho giocato anche la Champions, ma vincere con la Spagna è stato qualcosa di speciale. Rappresentare il mio paese e portare a casa quel trofeo è un momento che ricordo con tanto affetto.
Poi l’approdo in Italia, con il Real San Giuseppe. Dopo è arrivato il passaggio al Napoli, e successivamente la scelta di sposare il progetto della Sandro Abate. Cosa l’ha convinta ad accettare questa sfida ad Avellino?
Massimo Abate mi ha voluto fortemente fin dal primo momento. Per me è come una famiglia. Mi ha trattato come un figlio, mi ha fatto sentire importante sin da subito. E io ho voluto ripagare quella fiducia dando tutto in campo, lasciando la pelle ogni volta che gioco.
C’è stata poi la parentesi a Barcellona, tra cui l’infortunio al ginocchio. Cosa l’ha spinta a scegliere quella destinazione in quel momento della carriera? E cosa l’ha portata a fare ritorno ad Avellino?
Il Barcellona ha avanzato una proposta interessante. Dentro di me sentivo il bisogno di dimostrare che ero ancora un grande giocatore, che avevo tanto da dare. E l’ho dimostrato. Poi è arrivato l’infortunio al legamento crociato, ma ora sto bene. Sono qui per vincere tutto quello che è possibile con la Sandro Abate, e per cercare di dare qualcosa di importante alla squadra, alla società e alla città.
Entrando nel vivo dell’attualità, la Sandro Abate ha una rosa che unisce esperienza e tanti giovani. Qual è il consiglio che, da veterano, sente di trasmettere ai più giovani dello spogliatoio?
Ciò che dico ai ragazzi è di continuare a fare quanto fatto finora, di giocare per strada con gli amici, di divertirsi e stare tranquilli. Dico loro anche di non mollare mai davanti alle difficoltà. Questo è importante per dimostrare di essere giocatori di livello.
Ora inizia la fase decisiva della stagione. Qual è il clima nello spogliatoio in vista del rush finale? L’obiettivo è chiaro: i playoff…
Certo, non c’è altro. È vero che abbiamo 8 punti di vantaggio su Sala Consilina e Padova, ma dobbiamo chiudere il discorso il prima possibile. Ci aspettano cinque partite toste, ma siamo fiduciosi e pronti a riportare i playoff al PalaDelMauro.
Un messaggio per i ragazzi che si stanno avvicinando al futsal o che sognano un giorno di intraprendere un percorso in questo sport: cosa direbbe loro?
Allenatevi, allenatevi e allenatevi. È questo che mi ha portato dove sono oggi. Mi allenavo a qualsiasi ora, mattina, pomeriggio, sera, anche da solo. Prendevo il pallone e andavo al campo di calcio a 5 ad allenarmi. L’amore per questo sport può portare ad alti livelli, come la Serie A italiana.