Nel match salvezza al PalaMoli di Molfetta (data l’indisponibilità del proprio campo di gioco per il Ruvo) tra due formazioni capaci di vincere una sola partita in quattro giornate, è la Tecno Switch a muovere la classifica dominando per 95-55 una Scandone incapace di impensierire gli avversari e al terzo stop di fila e mai vincente lontano dal PaladelMauro.
Non ci sono novità da registrare nello starting five biancoverde che schiera Ventrone, Marzaioli, Ondo Mengue, De Leo e Locci. I padroni di casa provano subito a dare profondità alla propria manovra di gioco sfruttando la stazza di Ochoa che firma sei degli otto punti iniziali mettendo in difficoltà i pari ruolo avversari. Gli ospiti tengono testa seppur faticando in qualche circostanza e pagando un po’ psicologicamente l’importanza del match. Laquintana (ottimo avvio con sette punti) firma il primo strappo pugliese (11-6 al 5’) con Bonfiglio che riesce ad allungare il margine (18-8). Cherubini, al rientro dopo l’assenza contro Salerno, tiene a gallo i suoi sullo scadere di prima frazione. Quello dell’ex Milano è un buon impatto con la Scandone che prova la reazione, o meglio, ci prova ma la Tecno Switch si affida alla mano di Bini che caccia dal cilindro cinque punti consecutivi (27-16). Bertocco riallunga nuovamente in favore dei locali ma capitan Marzaioli trova il primo canestro dal campo. Per gli irpini è il solito Cherubini, coadiuvato a sprazzi da Ondo Mengue, a tenere in piedi un Avellino che concede troppo in difesa con Bonfiglio che pesca una fortunosa tripla di tabella che sancisce il 43-29 all’intervallo. Ruvo di Puglia decide di chiudere la pratica al rientro dagli spogliatoi con un parziale nel solo terzo periodo di 32-13. Il mattatore e trascinatore porta il nome di Giovanni Laquintana che non perdona dalla lunga distanza scavando un divario che col passare dei minuti diventa irriducibile per i lupi, incapaci in questo caso di reagire e condizionati anche dalla minore esperienza rispetto ai pari ruolo di coach Patella che conservano medie altissime al tiro col 50% sia dall’arco dei tre punti che in avvicinamento a canestro. Avellino litiga vistosamente coi tiri liberi e dimostra poca lucidità nelle scelte offensive. Bonfiglio e Laquintana vanno a nozze con gli spazi concessi da oltre l’arco dalla retroguardia della Scandone. Bini fa la voce grossa a rimbalzo d’attacco e allo scadere del penultimo quarto firma sulla sirena il + 33 (75-42). Il restante spicchio di match è utile soltanto per mettere a posto le statistiche individuali con Avellino che sprofonda fino al – 42 (93-51) e aspettando solo il suono della sirena finale per dimenticare una serata negativa.