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Da una Virtus all’altra, con una diversa intensità e tanta rabbia

Mai anticipo fu più propizio. Saranno anche solo 22 ore scarse rispetto all’orario classico ma, dopo una beffa come quella di Bologna, ritornare quanto prima sul parquet non può che fare bene ai biancoverdi. La rabbia della Scandone, cui ha fatto riferimento Vitucci in sede di presentazione della gara, deve essere trasformata in energia positiva (quella che è del tutto mancata nel primo tempo dell’Unipol Arena), da riversare sulla Virtus Roma. E’ un’altra partita fondamentale in ottica Final Eight, un’altra partita contro una squadra con il tuo stesso record e che ha il tuo stesso obiettivo. Si gioca al PalaDelMauro, e questo non può che essere un vantaggio, a patto che il pubblico sia numeroso e, soprattutto, sia di supporto e di aiuto (ogni riferimento ai fischi dell’ultimo match contro Trento è puramente voluto). L’Acea Roma arriva ad Avellino forte del bel cammino disputato in Eurocup (prima nel suo girone con 7 vinte e 2 perse e già qualificata alla seconda fase), mentre non sta riuscendo a trovare la stessa continuità in campionato. L’allenatore lo conosciamo bene ed è legato a doppio filo alla storia della S.S. Felice Scandone: Luca Dalmonte sarà per sempre il coach della promozione in serie A, e resta uno degli avversari più applauditi dal pubblico del PalaDelMauro. Lo conosciamo bene anche dal punto di visto tecnico e tattico e sappiamo che prepara le partite in maniera puntigliosa, quasi maniacale, ma che se le cose non vanno come previsto, trova difficoltà nel corso del match. Forse proprio per questo, la sua Acea è una squadra multiforme, mentalmente solida, senza un leader definito, ma con un talento abbastanza diffuso, dove i protagonisti non sono mai gli stessi. Anche dal punto di vista numerico, l’Acea non ha leader (a parte Stipcevic miglior tiratore di liberi della lega) in nessuna particolare categoria statistica, ulteriore testimonianza della compattezza del gruppo. Nelle ultime due partite, per allungare le rotazioni, Dalmonte sta partendo senza centro di ruolo e con un quintetto piccolo. In cabina di regia parte l’ex Trento Brandon Triche, il cui talento sta venendo fuori più in coppa che in campionato, sta viaggiando a quasi 10 punti di media, con 3 rimbalzi e 3.7 assist. Gli esterni sono Kyle Gibson, miglior marcatore della squadra con oltre 14 punti di media e 2.4 assist e il 24enne Simone Sandri. Sotto le plance il canadese Melvin Ejim (7.2 punti e 5.5 rimbalzi) e il capitano Bobby Jones (12,1 punti e 6.7 rimbalzi), concedono qualcosa in centimetri ma sopperiscono con fisicità e atletismo. Chi si alza dalla panchina, di solito, le partite le finisce in campo, a cominciare da Rok Stipcevic (10.8 punti, quasi 3 assist di media e un solo libero sbagliato in stagione sui 31 tentati) e dal centro Jordan Morgan (quasi 9 punti e 7 rimbalzi). L’ala forte belga De Zeeuw produce 10.8 punti in neanche 19 minuti sul parquet, mentre Lorenzo D’Ercole porta difesa e fosforo alla causa. L’Acea è squadra capace di cambiare in corsa e di adattarsi agli avversari (probabilmente rientrerà in quintetto Morgan, unico ad avere la stazza e il tonnellaggio per marcare Anosike), ma anche incapace di tenere alta la concentrazione per tutti i 40 minuti (è la squadra che concede agli avversari la più alta percentuale da 2 di tutto il campionato). Sarà una partita nervosa e sporca, ma la Scandone deve andare oltre, guidata dal furore post Bologna e, perché no, ripartire da quella palla toccata da Hanga che non è andata dove doveva

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