Meno 5 alla fine del girone di andata che, da un po’ di anni a questa parte, vuol dire l’inizio della volatona per le Final EIght. La Scandone, come spesso le è capitato da quel magico 2008, è lì, in quel gruppone che sta sgomitando per finire tra le prime 8 delle classe e, possibilmente restarci anche dopo la 30ima giornata, come riprova di una continuità finalmente ritrovata Finisse adesso, i biancoverdi sarebbero dentro, ma purtroppo restano ancora 200 minuti da giocare, 120 dei quali lontani dal PalaDelMauro. La situazione di classifica, rispetto a sette giorni fa si è evoluta in modo inatteso: a parte il trio di testa, la classifica si è ulteriormente accorciata grazie alle vittorie di chi inseguiva in graduatoria (Capo d’Orlando, Varese) che si sono date una minima chance di partecipazione alla manifestazione di Desio. Allo stato attuale ci sono 11 squadre per 5 posti: una situazione di sicuro eccessiva, ma che fotografa in maniera perfetta l’evoluzione della classifica dopo un terzo di campionato. Pensare di entrare tra le “magnifiche 8” a quota 14 punti, sembra un’utopia, motivo per cui Cavaliero e compagni devono trovare almeno un blitz esterno. E adesso il calendario ne propone ben 2 e anche ravvicinati (5 giorni di distanza). Si inizia con la Pistoia degli ex biancoverdi (Cinciarini e Johnson) che, guarda caso, lotta per lo stesso obiettivo dei lupi, ma con ancor minor margine di errore visto che ha una vittoria in meno rispetto ai lupi. Motivo per cui quella di domani sarà una gara molto difficile da affrontare, un altro scontro diretto, non il primo e neanche l’ultimo, da qui fino all’11 gennaio, data dell’ultima giornata del girone di andata. Pur essendo un palazzetto molto caldo, il PalaCarrara quest’anno è stato terra di conquista. Delle cinque partite finora disputate tra le mura amiche, i ragazzi di coach Moretti hanno vinto solo contro Roma, lasciando via libera a Sassari, Cremona, Bologna e, in ultimo, a Brindisi sabato scorso. Una rarità per i biancorossi che, nella passata stagione, nel loro fortino avevano inflitto ai futuri Campioni d’Italia dell’Olimpia Milano, ben due sconfitte consecutive costringendoli ad una sempre rischiosa gara 5. Colpa, probabilmente, di una squadra smantellata del tutto rispetto alla passata stagione e che ha perso anche, se non soprattutto, il nucleo di italiani (del quale faceva parte il nostro Riccardo Cortese), che fungeva da chioccia per gli americani. L’unico superstite, visti gli ottimi risultati, è coach Moretti, ormai al quinto anno sulla panchina della Giorgio Tesi Group. Il quintetto, come la passata stagione, è tutto made in USA, e per quattro quinti formato da giocatori alla prima esperienza in Italia: il talento c’è, inutile negarlo, come l’atletismo (oltre 3 stoppate di media a partita), ma allo stesso tempo ci sono inesperienza (3 partite perse per scarti inferiori a tre punti) e conseguenti alti e bassi durante l’arco dell’incontro. Il play è Langston Hall: alla sua prima esperienza da pro viaggia a 7.2 di media (con oltre il 40% da 3) e 4.8 assist (quarto di tutto il campionato). Gli esterni, sono i terminali offensivi della squadra e quelli dotati di maggior talento: la guardia è C.J. Williams, 14 punti di media, con 4.3 rimbalzi e 2.7 assist, mentre l’ala è Gilbert Brown tiratore da 12.8 punti (ma 23 di media nelle ultime due uscite) con oltre il 50% da dietro l’arco e 3.4 rimbalzi. Landon Milbourne è una solida ala forte da 10.1 punti e 5.8 rimbalzi, che ben si adatta affianco a Linton Johnson, per 3 anni in canotta Scandone, super rimbalzista (9.2) e abile a finire sopra il ferro. Dalla panchina, esattamente come nelle passate stagioni, si alzano i 3 italiani: quello più produttivo è l’altro ex biancoverde Daniele Cinciarini, scorer in grado di segnare (in tanti modi) oltre 11 punti in neanche 26 minuti di gioco. Anche Ariel Filloy (investito dei gradi di capitano) porta un cospicuo mattone da oltre 7 punti e quasi 3 assist a serata, mentre Daniele Magro non sta rispettando le aspettative come cambio degli esterni (appena 9 minuti di impiego).