
Dopo il blitz di Vibo Valentia, l’Avellino torna al “Partenio-Lombardi” per la sfida contro il Teramo. Una formazione ambiziosa, totalmente rinnovata dal nuovo corso societario. Pronta a diventare la mina vagante del raggruppamento meridionale.
La guida tecnica
Il nuovo corso marchigiano non ha nascosto la proprie ambizioni ed ha affidato la panchina ad un tecnico navigato e preparato come Bruno Tedino (classe 1964). Il tecnico trevigiano ha abbracciato con entusiasmo la nuova avventura, voglioso di mettere da parte le amarezze (2 esoneri) maturate nella sua esperienza a Palermo e di riproporre le ottime cose fatte vedere alla guida del Pordenone. Le difficoltà, visto lo stravolgimento totale della rosa (23 nuovi acquisti, soltanto 3 conferme), non mancano di certo. Tedino comunque sta lavorando con grande dedizione (modulo di gioco 4-3-1-2) per creare qualcosa di solido ed interessante già nel breve periodo. Dopo la sosta forzata la sfida con l’Avellino fornirà prime risposte importanti, con l’allenatore biancorosso a caccia del terzo successo consecutivo sui lupi dopo quelli ottenuti in serie B (stagione 2017-2018) con il Palermo (3-1 ad Avellino, 3-0 al “Renzo Barbera”).
Il ritorno
A volte ritornano. L’ultimo colpo dell’intenso mercato teramano è stato, proprio nell’ultimo giorno di trattative, quello del centrocampista Pedro Costa Ferreira (classe 1991). Per il forte centrocampista portoghese, reduce da due campionati di C vinti con le maglie di Lecce e Trapani, si tratta di un ritorno nella squadra marchigiana. La sua prima esperienza in biancorosso risale, infatti, alla stagione 2010-2011, quando in Serie D collezionò 28 presenze condite da 4 gol. La sua esperienza e la sua duttilità, a Trapani ha giocato anche da terzino, saranno preziosissime per Tedino. Appena avrà recuperato una condizione fisica accettabile, serve un po’ di tempo visto che a Lecce era finito fuori dalle rotazioni, Costa Ferreira si candida ad essere uno dei punti di riferimento, in campo e non solo, del nuovo Teramo.
Il momento attuale
Dopo aver centrato la qualificazione in Coppa Italia, doppio successo contro Fano (2-0 in trasferta) e Gubbio (2-1 casalingo), ed aver perso al debutto in campionato a Catanzaro (1-2), il Teramo è stato costretto domenica scorsa allo stop forzato. L’indisponibilità del “Bonolis” e la mancanza di un impianto alternativo hanno obbligato i marchigiani al rinvio della sfida contro la Sicula Leonzio. Un intoppo a cui i biancorossi avrebbero fatto sicuramente a meno visto che la rivoluzione della rosa richiede tempo per trovare un amalgama e una coesione a livello di squadra. A Catanzaro prova dai due volti. Male nel primo tempo, molto meglio nella ripresa. Con un rigore fallito (Bombagi) che avrebbe potuto cambiare lo stato delle cose.
La sfida di domani
Al “Partenio-Lombardi” sarà sfida tra due formazioni ancora alla ricerca, per un motivo o per l’altro, di una propria identità. Il successo ottenuto contro la Vibonese ha ridato linfa e fiducia all’Avellino, pronto a misurarsi contro una squadra sulla carta superiore a quella biancoverde. Il Teramo si candida ad essere mina vagante di questo campionato, ma al momento potrebbe pagare la poca alchimia di un gruppo completamente rivoltato dal mercato estivo e i pochi minuti messi fin qui nelle gambe. L’Avellino, seppur incerottato, proverà ad approfittarne, sfruttando anche l’apporto dei propri tifosi desiderosi di cancellare dalla mente il brutto ko maturato contro il Catania. Con l’obiettivo di ritrovarsi, per qualche ora, addirittura in vetta alla classifica. Un regalo da provare a scartare al termine dell’’ennesima settimana costellata più da dubbi che da certezze.