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Infortuni, difesa e cattiva sorte: la sindrome della Sidigas contro le ”big” del campionato

Jarvis Hayes
Jarvis Hayes

Ripresa degli allenamenti nel pomeriggio per la Sidigas Avellino che si è ritrovata sui legni del PaladelMauro per iniziare a preparare il derby di domenica sera contro la Pasta Reggia Caserta e analizzare cosa non ha funzionato nella gara di domenica contro l’Acqua Vitasnella Cantù. La disfatta contro i brianzoli evidenzia un dato che, per quanto secondario, apre una riflessione sul percorso sin qui svolto dalla Sidigas Avellino: un bilancio poco sorridente contro le squadre che precedono in classifica il team allenato da coach Frank Vitucci, attualmente occupante l’ottava posizione. Il ko di tre giorni fa è l’ultimo effetto, in ordine di tempo, generato da una sindrome che ha colpito Lakovic e compagni nei confronti contro avversarie di pari livello o un gradino superiori.

Gli infortuni, gli acciacchi e la sfortuna hanno recitato un ruolo da comprimari in questa trafila di risultati negativi che ha visto la Scandone lasciare sul campo due punti in casa dell’attuale capolista Emporio Armani Milano, contro la già citata Cantù nei due incontri stagionali o la Montepaschi Siena (4°), il Banco di Sardegna Sassari (6°) e la Grissin Bon Reggio Emilia (7°). Se la sfida del Medionalum Forum ha visto una Sidigas, incerottata dall’assenza di Lakovic e dall’uscita in corso d’opera di Spinelli (botta alla testa ricevuta da  parte di C.J. Wallace), soccombere dinanzi ad una Milano in splendida forma e supportata da statistiche da capogiro (53.3 % da due e 48.3 % da tre punti), nel match contro la Grissin Bon non è stata la sfortuna a farla da padrona nelle fila irpine bensì un approccio difensivo sbagliato. I 32 punti subiti nel primo quarto a Reggio Emilia mettono l’accento su questo fondamentale di gioco, croce e delizia della Scandone anche nella trasferta di Cantù dello scorso 10 novembre quando gli errori negli accoppiamenti difensivi hanno spianato la strada alla compagine di Sacripanti che nel girone di ritorno ha sottolineato i limiti di Avellino nell’abusare eccessivamente del pick and roll, costringendola, inoltre, a pagar dazio in termini di fisicità  e intensità contro un avversario che l’ha punita  in ogni sua sbavatura commessa per merito del cinismo, vero marchio dei ragazzi di Sacripanti.Quel cinismo che è mancato, invece, ai giganti irpini nella trasferta di Sassari, terminata con la tripla a fil di sirena realizzata da Drake Diener. Un canestro che grida ancora vendetta se si considera che la Sidigas, nel confronto del Palaserradimigni aveva toccato le dodici lunghezze di vantaggio con le triple dell’epurato Dean e di un Lakovic. Le cui precarie condizioni fisiche del play sloveno hanno rappresentato in difesa un invito a nozze  per alcuni dei suoi avversari sinora affrontati come Joe Ragland e Marques Green.

IMG_0582In compenso a render meno amaro il verdetto per la truppa biancoverde ci sono i successi contro l’Enel Brindisi, seconda forza del torneo, arrivata ad una prodezza di Daniele Cavaliero e al doppio scontro vinto contro l’Acea Roma. Nel primo caso il cuore, la determinazione e la grinta da veri lupi ha permesso alla Scandone di riacciuffare una partita marchiata dall’eccellente prestazione balistica da oltre l’arco griffata dalla coppia Snaer –Dyson (12/16). E la fortuna, poi, ha fatto il resto, mandando in fondo alla retina la preghiera della guardia triestina. Meno fortuna ma tanta lucidità e concentrazione, soprattutto in difesa, hanno rappresentato le chiavi del successo al PalaTiziano di Roma contro il roster dell’ex Dalmonte. Una scelta, questa, che ha pagato i suoi dividendi e si spera possa «farci togliere altre soddisfazioni in futuro», parafrasando le parole di Frank Vitucci.

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