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La Sidigas domina e rischia: Acea Roma ko solo nel finale

Una gara che sembrava vinta ma chiusasi per la seconda settimana di fila al rush finale e senza beffa dell’ultimo secondo. La Sidigas Avellino si aggiudica l’anticipo contro l’Acea Roma  (74-70) in una sorta si scontro diretto per la qualificazione alle Final Eight. Vitucci e Dalmonte confermano i canonici starting five.

A rompere il ghiaccio è il canestro di Justin Harper, accompagnato dal lancio di peluche dai vari settore del palasport nell’ambito dell’iniziativa “Tedd Bears Boys” a sostegno dei bambini ricoverati negli ospedali pediatrici italiani. Venendo all’incontro tra le fila dei capitolini è Jordan Morgan che ingaggia un duello a distanza con Harper. Se l’ala biancoverde si rende pericoloso dall’arco con la tripla del 5-2 (con tanto di utilizzo  di istant replay), il numero venticinque giallorosso prova a far sentire in attacco tutti  i propri chili contro Anosike. Il match si infiamma in un amen con la tripla di Junior Cadougan, lanciato dopo pochi minuti nella mischia da Vitucci  (causa leggero problema fisico a Gaines) a cui arriva la pronta risposta dai 6,75 metri di Jones (8-7 al 4’). Sono i tiri dalla lunga distanza a dare il primo vantaggio alla Scandone che con la conclusione dall’arco di Harper (otto dei tredici punti iniziali dei padroni di casa) consentono l’allungo sul 13-7. L’Acea fatica non poco contro una Sidigas che controlla bene le linee di vantaggio e induce gli avversari a prendere tiri fuori dai giochi. Dalmonte richiama in panchina un anonimo Triche per dar spazio a D’Ercole. La musica non cambia e Banks dall’angolo infila il 18-7 che obbliga la panchina laziale al timeout.  Ad interrompere il digiuno di canestri è il capitano virtussino apre un minibreak di 5-0 chiuso dal piazzato di Sandri  che induce questa volta Avellino a rifugiarsi al timeout. Anosike a rimbalzo sistema le cose e i lupi chiudono avanti 23-12 il primo periodo.  Un margine che incrementerà fino al + 14 (26-12) col gioco da tre punti di Banks. L’Acera, però, tira fuori il carattere col secondo minirecupero in pochi minuti firmato Sandri – Stipcevic (26-17). Segue la pronta risposta irpina coi canestri di Cavaliero e la volata in contropiede di Hanga che va a pescarsi il fallo di Gibson. Dalmonte inserisce il doppio play (Stipcevic – D’Ercole) ordina ai suoi uomini la zona fronte dispari ma Gaines la punisce prontamente (36-22). Anosike, nel frattempo, fa girare il tassametro rivelandosi una spina nel fianco per i lunghi romani. La Scandone prova a spingere su ritmi elevati, mettendo a nudo i limiti difensivi dell’Acea (43-28). Gli ospiti cominciano con maggiore aggressività la ripresa con Ejim che svetta a rimbalzo su Harper. Anosike è un fattore a rimbalzo, approfittando del vuoto nell’area giallorossa e timbra il nuovo + 14 (52-38). Jones piazza la seconda tripla di serata (52-41).  Si iscrive a referto anche Brandon Triche con un elegante movimento in uscita dai blocchi replicato qualcche istante dopo.  La Sidigas ha in mano le redini del gioco a metà della terza frazione (56-43). L’Acea è obbligata a restar aggrappata al match e tenta di alzare il pressing nella propria metà campo: il tap-in di Morgan tiene aperto il discorso al suono della terza sirena (58-50). Dal possibile meno cinque con la tripla fallita da De Zeeuw, Avellino si ritrova a + 10 (60-50) con la penetrazione nel traffico di Adrian Banks. La gara si imbruttisce con le difese che prevalgono sugli attacchi. La bomba di Harper al 34’ è ossigeno puro per la Scandone dinanzi ad un’Acea dura a mollare (63-57). Banks litiga dalla lunetta (0/3). Il resto della squadra smarrisce la strada del canestro.  De Zeeuw è incontenibile dall’arco: sono sue le triple, insieme a Triche, che propiziano il break di 15-5 che ribalta la situazione (63-65).  Gaines fa 1/2 dalla linea della carità.  Gibson s’inventa un triplone ma Banks impatta sul 68-68 a 67” dalla fine. Gaines e Hanga si fanno perdonare gli errori commessi nel ko contro la Granarolo. E i tiri liberi dell’ex playmkaer dei Nets consegnano i due punti.

 

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