
Da sempre lo schema più antico della storia del calcio è stato il dogma assoluto nella carriera di Novellino. Un sistema di gioco che consente alla squadra di coprire meglio gli spazi e quindi di avere maggior ordine e maggior compattezza. Novellino chiede alla difesa di muoversi armonicamente e di accorciare rapidamente, ragion per cui ha chiesto l’innesto di un difensore con caratteristiche tecniche diverse rispetto agli elementi già attualmente in rosa. Gli esterni di centrocampo (Molina e Lasik) sono chiamati al sacrificio e a continui ripieghi in fase di non possesso, mentre i centrali di centrocampo (un palleggiatore e uno più dinamico) devono dettare i tempi del pressing e recuperare la palla per far partire veloci contropiedi. In avanti, due sono le soluzioni. La prima prevede l’utilizzo di una mezzapunta di qualità (un giocatore alla Morosini, volendo fare un esempio) dietro ad una punta di peso (Ardemagni). La seconda, invece, prevede l’utilizzo di una seconda punta di ruolo affianco al centravanti. L’esempio? Giannetti, per fare un nome accostato ai biancoverdi nelle ultime ore.