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Non basta un buon Foster. Sidigas ko anche con Brindisi

Non è bastata la rimonta nell’ultimo quarto alla Sidigas Avellino per avere ragione di una coriacea Enel Brindisi che s’impone per 75-73 nell’anticipo della 27° giornata. Come avvenuto nella gara d’andata, sono stati necessari gli ultimi secondi della contesa per indicare nella squadra pugliese (questa volta) la vincitrice del duello, trascinata dai 17 punti a testa di Jerome Dyson e Delroy James. Per i ragazzi di patron De Cesare è la seconda sconfitta consecutiva, la prima della sua storia sulle rive dell’Adriatico.

Enel Brindisi – Sidigas Avellino 75-73 (18-21; 24-13; 17-16; 16-23)

 Brindisi: James 17, Todic 7, De Giorgi, Formenti 2, Dyson 17, Lewis 7, Chiotti 4, Jurtom, Zerini 4, Snaer 6, Leggio, Campbell 11. All.: Bucchi.

Avellino: Thomas 11, Biligha, Lakovic 12, Spinelli, Ivanov 7, Golwire 6, Morgillo, Cavaliero 13, Riccio, Achara 2, Foster 14, Hayes 8. All. Vitucci

Arbitri: Sardella, Bartoli, Borgioni

 Note: tiri da 3: Brindisi 4/18; Avellino 9/32. Tiri liberi: Brindisi 21/29; Avellino 26/34; Rimbalzi: Brindisi 45; Avellino 33. Usciti per 5 falli: Zerini, Lakovic.

CRONACA:  Lakovic manda a referto la prima tripla  di Avellino (0-3) dopo 70” di gioco.  La Sidigas prova a sfruttare il maggior tonnellaggio sotto le plance col miglior realizzatore di squadra, Will Thomas . Difficoltoso è l’avvio dei padroni di casa che sbagliano i primi tre tiri di serata prima del rimbalzo offensivo di Zerini convertito in due punti. Calda è la mano mancina di Lakovic che insacca la seconda tripla per i suoi (2-8). Meno quella di Hayes e Cavaliero e Brindisi ne approfitta per rientrare in gara con le volate di Lewis e i rimbalzi di James che la riavvicinano sul – 1 (7-8). Una penetrazione di Snaer regala il primo vantaggio alla sua squadra. La Scandone fatica a coinvolgere i suoi lunghi nella manovra d’attacco che, nel frattempo, soffrono nella lotta a rimbalzo (10-4 a metà della prima frazione). Zerini dalla lunetta allunga sul 13-10 per gli adriatici. Gli ospiti accusano problemi di falli con Hayes e Lakovic richiamati in panchina da Vitucci che getta nella mischia i vari Goldwire e Foster. L’ex Cremona estrae dal cilindro due tiri dalla lunga distanza che vanno a buon fine e riconsegnano agli irpini un inatteso + 6 (15-21). Bucchi ordina il pressing a tutto campo per tentare di riaccorciare nuovamente le distanze. E i biancoazzurri riescono nell’intento ad inizio di secondo quarto quando la Scandone compare dalla scena e l’Enel prende il comando del gioco rifilando un break di 8-0, ispirato da un super Delroy James (8 punti ed altrettanti rimbalzi) e Forlarin Campbell, che galvanizza un PalaPentassuglia sold out. Vitucci deve chiamare timeout per cercare di riordinare le idee ai suoi sul 18-26. E tutto d’un colpo  la compagine ospite risorge con un controbreak di 7-0 firmato Ivanov – Lakovic – Hayes e Thomas. Il nativo di Baltimore permette  agli avellinesi di rimettere il naso avanti. Un sorpasso che si rivelerà breve perché Brindisi riprende a martellare nella metà campo avversaria con Todic che insacca la prima conclusione dai 6,75 metri, seguita dalle realizzazioni di Lewis, Chiotti e  Dyson il cui coast to coast fa scattare un altro campanello d’allarme tra gli uomini dello staff tecnico avversario che vedono una Sidigas che ha poco da Ivanov (0/4 al tiro) e si mostra prevedibile in fase d’impostazione del gioco e frettolosa (e in qualche caso sfortunata) nei vari tentativi di tiro presi. Non brilla dall’arco nemmeno la stessa Enel (1/10 da tre punti) che, tuttavia, riesce a penetrare con eccessiva facilità l’area biancoverde. Si anima Cavaliero che iscrive a referto cinque punti in un amen ma il nono rimbalzo d’attacco catturato da Brindisi con Todic e il semigancio di Chiotti mandano le due sfidanti negli spogliatoi sul 42-34 del 20’. Promettente è il rientro sul parquet del roster campano che si riavvicina prepotentemente con una nuova tripla di Cavaliero che vale il 44-41. A rimettere le cose a posto per l’Enel ci pensa Delroy James a cui non trema la mano da dietro la linea dei tre punti e ristabilisce il + 6.  La Sidigas comincia a litigare col ferro, collezionando ben quattro errori di fila dopo l’ultima conclusione da parte di Hayes. Brindisi capisce che è arrivato il momento di spingere e lo fa con Dyson in versione “Speedy Gonzales” e il solito James che deposita il 53-43. Lakovic non le manda a dire agli arbitri e si fa fischiare tecnico. Vitucci lo fa riaccomodare in panca, affidandosi a Goldwire e  Foster. Dalle due riserve che nasce il canestro del – 7 con l’ex Jesi che serve in transizione il numero ventitré della Scandone che inchioda la terza bomba. Cavaliero si dimentica Snaer che schiaccia il 59-50 con cui si chiude la terza frazione. Dodici è il numero che il tabellone segna al 31’ di gara (62-50) con la seconda tripla  di Delroy James. Vitucci trova ancora ottime risposte da Goldwire e, in particolare, dall’oggetto misterioso Foster che in meno di 120” si procura un gioco da tre punti contro Formenti e chiude con un comodo lay-up un contropiede condotto da Goldwire. La guardia con trascorsi a Brescia converte in tre punti una palla persa di Todic e si completa il mega parziale di 10-0. Ivanov (salito a dieci rimbalzi) dalla lunetta ristabilisce la parità (63-63) nell’impianto di contrada Masseriola. James dice qualcosina di troppo alle giacchette grigie e viene punito anch’egli con un fallo tecnico: Avellino metterà dentro solo due dei quattro tiri liberi a disposizione (63-65). Non sbaglierà dalla linea della carità Jerome Dyson che sfrutta al meglio un’ingenuità di Goldwire che produce quattro tentativi (67-65). La reazione dei viaggianti passa per gli errori da fuori area di Lakovic ed Hayes. Sempre Dyson timbra il cartellino con una magia da ben oltre i sette metri in faccia a Cavaliero. Il triestino e lo sloveno tengano a galla Avellino a meno di 1’ dal suono della sirena finale. Nella cabala di falli sistematici e tiri liberi, la preghiera di Hayes non viene accolta dagli dei del basket ed arriva la seconda sconfitta consecutiva. E, presumibilmente, il definitivo addio alle residue speranze playoff.

Davide Baselice

 

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