Risultati e gioco: la Scandone in cerca conferme a Capo d’Orlando
Dopo i Campioni d’Italia, una neopromossa. Cambia radicalmente lo scenario per il prossimo impegno della Scandone Avellino, ma non cambiano gli obiettivi della squadra di coach Vitucci. Dopo la grande prestazione offerta lunedì sera contro Milano, è il momento di dare continuità di rendimento e risultati in quel di Capo d’Orlando.
Vincere fuori casa è sempre importante ma, probabilmente, farlo proprio domani, assumerebbe un valore maggiore per diversi motivi. Al di là dei due punti, che permetterebbero ai biancoverdi di cancellare lo zero alla casella “vittorie in trasferta” e, allo stesso tempo, di allungare la striscia di successi consecutivi a 3, vincere al PalaFantozzi dimostrerebbe che il percorso di crescita della squadra sta procedendo nella giusta direzione. Il simbolo dei progressi dei biancoverdì in queste quattro giornate è, senza dubbio Justin Harper, passato dai 17 minuti incolori e dannosi dell’esordio contro Venezia ai 34 del match contro l’Olimpia, in cui ha giocato ad altissimo livello sui entrambi i lati del campo. L’ex Orlando Magic, oltre a calarsi sempre meglio nella realtà del campionato italiano, sta dimostrando di essere il compagno di reparto ideale per Anosike, occupando gli spazi giusti in attacco e collaborando in maniera fattiva in difesa: in parole povere, ha capito cosa gli chiede coach Vitucci e sta iniziando ad interpretare il suo ruolo nella maniera giusta. La speranza per il coach veneto ed il suo staff è che lo stesso percorso possa essere fatto anche da Cadougan, ancora in palese ritardo di forma e condizione. Per ora Cavaliero sta aiutando Gaines in fase di playmaking, ma la mancanza di un play di riserva vero, alla lunga, potrebbe diventare un problema.
In casa l’Upea è ancora a secco di vittorie, battuta di misura prima da Pistoia e poi da Roma, e solo domenica scorsa ha incamerato i primi due punti battendo Cremona al PalaRadi. Come spesso capita alle neopromosse, il roster è stato costruito con la formula del 5+5 (che permette maggiori spazi di manovra nel caso in cui si fosse costretti a cambiare in corsa), affiancando gli americani ad un gruppo di italiani di comprovata esperienza. Il tutto affidato ad un coach esordiente, ma motivato e preparato come Giulio Griccioli. In cabina di regia dovrebbe esserci, infortunio permettendo, Jonny Flynn, ex Syracuse University e sesta scelta del draft 2009 dei Minnesota Timberwolves. Potenziale crack Nba, in realtà non è mai riuscito ad esprimere tutto il suo talento. Capo d’Orlando potrebbe essere il suo trampolino di lancio ma per ora le cose non sono andate bene: nelle prime due partite prima dell’infortunio ha fato segnare 6.5 punti e 2.5 assist in 27 minuti. Affianco a Flynn nel backcourt, dovrebbe esserci Gianluca Basile, uno che qualcosina ha fatto per il basket italico e che a 39 anni segna ancora “tiri ignoranti”. La coppia di ali formata da Austin Freeman e Dominique Archie è probabilmente una delle migliori dell’intero campionato: viaggiano rispettivamente a 18.3 punti e 2 assist il primo e 17.8 punti e 6 rimbalzi il secondo. Altro grande contributo alla causa lo sta dando Dario Hunt, centro da doppia doppia di media con 11.5 punti e 10 rimbalzi. In panchina, oltre all’ala americana Bradford Burgess (8.3 punti in 27 minuti di utilizzo), troviamo altre tre vecchie volpi italiane come l’ex biancoverde Andrea Pecile, un altro grande ex azzurro come Matteo Soragna e Sandro Nicevic, ancora in grado di produrre 8 punti e 4 rimbalzi ogni volta che mette piede sul parquet.
Servirà mantenere alta la concentrazione e basso il ritmo per spegnere l’energia del PalaFantozzi, campo caldo già di suo e che domani trascinerà in ogni modo la propria squadra alla ricerca della prima vittoria interna. Sarà una partita da vincere, prima di tutto con la testa, provando ad imporre il proprio gioco anche lontano dal PalaDelMauro: l’unico modo per superara l’esame di maturità chiesto da coach Vitucci.
Dopo i Campioni d’Italia, una neopromossa. Cambia radicalmente lo scenario per il prossimo impegno della Scandone Avellino, ma non cambiano gli obiettivi della squadra di coach Vitucci. Dopo la grande prestazione offerta lunedì sera contro Milano, è il momento di dare continuità di rendimento e risultati in quel di Capo d’Orlando.
Vincere fuori casa è sempre importante ma, probabilmente, farlo proprio domani, assumerebbe un valore maggiore per diversi motivi. Al di là dei due punti, che permetterebbero ai biancoverdi di cancellare lo zero alla casella “vittorie in trasferta” e, allo stesso tempo, di allungare la striscia di successi consecutivi a 3, vincere al PalaFantozzi dimostrerebbe che il percorso di crescita della squadra sta procedendo nella giusta direzione. Il simbolo dei progressi dei biancoverdì in queste quattro giornate è, senza dubbio Justin Harper, passato dai 17 minuti incolori e dannosi dell’esordio contro Venezia ai 34 del match contro l’Olimpia, in cui ha giocato ad altissimo livello sui entrambi i lati del campo. L’ex Orlando Magic, oltre a calarsi sempre meglio nella realtà del campionato italiano, sta dimostrando di essere il compagno di reparto ideale per Anosike, occupando gli spazi giusti in attacco e collaborando in maniera fattiva in difesa: in parole povere, ha capito cosa gli chiede coach Vitucci e sta iniziando ad interpretare il suo ruolo nella maniera giusta. La speranza per il coach veneto ed il suo staff è che lo stesso percorso possa essere fatto anche da Cadougan, ancora in palese ritardo di forma e condizione. Per ora Cavaliero sta aiutando Gaines in fase di playmaking, ma la mancanza di un play di riserva vero, alla lunga, potrebbe diventare un problema.
In casa l’Upea è ancora a secco di vittorie, battuta di misura prima da Pistoia e poi da Roma, e solo domenica scorsa ha incamerato i primi due punti battendo Cremona al PalaRadi. Come spesso capita alle neopromosse, il roster è stato costruito con la formula del 5+5 (che permette maggiori spazi di manovra nel caso in cui si fosse costretti a cambiare in corsa), affiancando gli americani ad un gruppo di italiani di comprovata esperienza. Il tutto affidato ad un coach esordiente, ma motivato e preparato come Giulio Griccioli. In cabina di regia dovrebbe esserci, infortunio permettendo, Jonny Flynn, ex Syracuse University e sesta scelta del draft 2009 dei Minnesota Timberwolves. Potenziale crack Nba, in realtà non è mai riuscito ad esprimere tutto il suo talento. Capo d’Orlando potrebbe essere il suo trampolino di lancio ma per ora le cose non sono andate bene: nelle prime due partite prima dell’infortunio ha fato segnare 6.5 punti e 2.5 assist in 27 minuti. Affianco a Flynn nel backcourt, dovrebbe esserci Gianluca Basile, uno che qualcosina ha fatto per il basket italico e che a 39 anni segna ancora “tiri ignoranti”. La coppia di ali formata da Austin Freeman e Dominique Archie è probabilmente una delle migliori dell’intero campionato: viaggiano rispettivamente a 18.3 punti e 2 assist il primo e 17.8 punti e 6 rimbalzi il secondo. Altro grande contributo alla causa lo sta dando Dario Hunt, centro da doppia doppia di media con 11.5 punti e 10 rimbalzi. In panchina, oltre all’ala americana Bradford Burgess (8.3 punti in 27 minuti di utilizzo), troviamo altre tre vecchie volpi italiane come l’ex biancoverde Andrea Pecile, un altro grande ex azzurro come Matteo Soragna e Sandro Nicevic, ancora in grado di produrre 8 punti e 4 rimbalzi ogni volta che mette piede sul parquet.
Servirà mantenere alta la concentrazione e basso il ritmo per spegnere l’energia del PalaFantozzi, campo caldo già di suo e che domani trascinerà in ogni modo la propria squadra alla ricerca della prima vittoria interna. Sarà una partita da vincere, prima di tutto con la testa, provando ad imporre il proprio gioco anche lontano dal PalaDelMauro: l’unico modo per superara l’esame di maturità chiesto da coach Vitucci.
