Basket, le pagelle delle Final Eight: gravi insufficienze a Milano, Venezia e Avellino.

All’indomani del trionfo della Fiat Torino all’edizione 2018 delle Final Eight di Coppa Italia, queste le nostre pagelle delle squadre impegnate nella chermesse fiorentina. Come è facile immaginare, gravi insufficienze a Milano, Venezia e Avellino.
Ecco le pagelle:
Fiat Torino voto 9
L’improvvisazione al potere! Soltanto due settimane fa la Sidigas faceva un sol boccone dei malcapitati piemontesi al Pala Ruffini scatenando l’ira e la contestazione dei tifosi gialloblù e le dimissioni di Charlie Recalcati, dopo quelle di Luca Banchi. L’ennesimo ribaltone ha portato sotto la mole il talento di Vander Blue (mvp delle Final Eight), la sostanza di Nobel Boungou Colo e la panchina è stata affidata al giovane assistente Paolo Galbiati. Si è presentata a Firenze con la sola ambizione di ben figurare, ma giorno dopo giorno ha maturato la convinzione di poter compiere un’impresa inimmaginabile e ha portato a casa la coppa con pieno merito. La mente libera da “obblighi” di vittoria, il saper ricompattare squadra e ambiente da parte di Galbiati e l’immenso talento dei giocatori torinesi sono stati la miscela esplosiva che ha sovvertito ogni pronostico. Aggiungiamoci la “pazzia” di Peppe Poeta e Diante Garrett che nel momento decisivo della finale si sono letteralmente inventati due triple no-sense da oltre 9 metri e il primo storico trofeo per la società è cosa fatta: CHAPEAU!
Germani Brescia voto 6
Dopo i tonfi di Avellino, Venezia e Milano è l’unica testa di serie a non commettere passi falsi già nei quarti. Certo il percorso che il destino le ha scritto, ha di molto favorito il suo approdo in finale. Compitino svolto contro una Bologna in partita fino all’infortunio di Ale Gentile e quasi debacle contro la Red October Cantù. Sin dall’eliminazione di Milano ha la “presunzione” di sentirsi la Coppa in tasca e paga a caro prezzo questo atteggiamento in finale, quando avanti di oltre 10 punti inizia a smettere di giocare di squadra consentendo la rimonta torinese. Che siano simpatici o antipatici non importa, una menzione di merito ai fratelli Vitali (voto 8) va fatta per aver portato in alto una squadra costruita per ben altri obiettivi. Le dichiarazioni della presidentessa Bragaglio e del coach Diana pre e post finale confermano la delusione per una coppa che sentivano già loro. La maglietta celebrativa realizzata dalla società dopo le 7 vittorie consecutive in campionato non potrà essere replicata per la conquista del trofeo…
GIÙ LA CRESTA!
Red October Cantù voto 10
Stoica, encomiabile, commovente….abbiamo finito gli aggettivi per celebrare una squadra che a Firenze ha mostrato al mondo intero quanto il basket sia uno sport straordinario! La vera vincitrice morale del torneo e probabilmente lo sarebbe stata anche di fatto se avesse potuto giocare al completo con Culpepper e Crosariol. Data ad inizio anno dagli addetti ai lavori come vittima sacrificale di una società allo sbando, la Red October sta dimostrando che “impossible is nothing”. Coach Sodini ha plasmato una squadra ricca di talento ed è riuscito a trasformare Cantù da ranocchio inno splendido principe che ad oggi gioca la pallacanestro migliore in Italia. Messe da parte tutte le vicissitudini societarie, la squadra brianzola ha accumulato partita dopo partita una maturità e solidità di squadra di altissimo livello. La giusta gratificazione per una stagione eccellente è stata l’umiliazione rifilata ai tanto odiati cugini milanesi e una clamorosa “quasi finale” raggiunta. Tutti gli artefici di questo “miracolo” sportivo meritano una lode: Burns, Chappell, Smith, Parrillo, Cournooh, Maspero, Raucci e Charles Thomas, quest’ultimo vero e proprio gladiatore, mai domo nonostante le sue condizioni fisiche a dir poco precarie.
NON VI È SCONFITTA NEL CUORE DI CHI LOTTA!
Vanoli Cremona voto 7
L’outsider dalla faccia tosta si presenta a Firenze senza paura, costruita per partecipare al campionato di Legadue la Vanoli viene riammessa in serie A ad un mese dall’inizio del campionato a causa del fallimento della Juve Caserta. Mantiene l’ossatura che aveva già costruito (cugini Diener, Ruzzier, Ricci, Portannese e Sims) aggiungendo prima Milbourne e Martin e a campionato in corso Johnson-Odom e Fontecchio. Ha il grandissimo merito di eliminare la capolista Avellino e per un niente non approda in finale. La squadra del coach della Nazionale Meo Sacchetti, gioca ad armi pari contro chiunque e ha più volte il possesso decisivo per eliminare la vittoriosa Torino. Fontecchio fa e disfa con canestri incredibili, uniti ad errori grossolani. Il rimpianto rimane, nonostante probabilmente più di così non era lecito attendersi alla vigilia. Una menzione di merito va fatta al giovane Giampaolo Ricci, vero e proprio enigma irrisolto da parte della Sidigas.
UN CENTESIMO MANCANTE PER ARRIVARE ALL’EURO.
Sidigas Avellino voto 4
Arriva a queste Final Eight da testa di serie numero 1 e capolista, esce rovinosamente ai quarti contro la Vanoli Cremona. Parte a razzo nel primo quarto con un incontenibile Fesenko (forse la sua miglior prestazioni da quando è in Irpinia) per poi venir piano piano risucchiata da errori grossolani e amnesie. Riacciuffa per i capelli la gara al termine dei regolamentari, grazie al solito strepitoso Rich, ma cade ai supplementari quando le forze sono ridotte al lumicino. Le rotazioni sono praticamente inesistenti e ciò comporta l’addossamento di tutte le colpe al coach Pino Sacripanti. Tuttavia, le motivazioni della debacle fiorentina sono ben più ampie e sono da dividere equamente anche con la società (completamente scomparsa negli ultimi due mesi), staff atletico (non è ammissibile la stanchezza di alcuni atleti già dalla palle a due) e squadra (inconcepibile l’atteggiamento passivo e rinunciatario di alcuni atleti). Dispiace è stata la prima parola pronunciata dal coach in conferenza…si dispiace soprattutto per i tantissimi tifosi irpini al seguito (voto 10). Ora occorre che tutte le componenti facciano quadrato per trasformare la batosta in energia positiva per il prosieguo della stagione (la Sidigas è pur sempre ancora la capolista in campionato), bisogna prendere esempio dal derby di due anni fa contro Caserta. Auspichiamo una migliore gestione da parte di tutte le componenti. PAROLA D’ORDINE RESET.
Umana Reyer Venezia voto 3
A.A.A Cercasi i campioni d’Italia: è questo il manifesto che campeggia a Firenze. Come da tradizione….figuraccia alle Final Eight per la Reyer Venezia che tutto sembra fuorché una squadra di pallacanestro. Gioca (si fa per dire) una partita oscena contro Torino, dove l’unico obiettivo degli orogranata sembra quello di distruggere i ferri del Mandela Forum. Il grave infortunio di Orelik, non è un’attenuante in quanto sostituito con un giocatore dal calibro di Daye. Prestazione incommentabile e inspiegabile, l’unica ragione plausibile di tutto ciò potrebbe essere trovata nella cabala: infatti, l’anno scorso alle Final Eight di Rimini i lagunari fecero una prestazione analoga, per poi conquistare lo scudetto qualche mese dopo. Ha il “merito” di riaccendere il fuoco torinese che sembrava sopito da qualche mese.
CHI L’HA VISTA?
EA7 Armani Milano voto 3
Ennesima sfilata trionfale in stile Armani per Milano che conquista in scioltezza la Coppa Italia di Firenze… I titoli celebrativi erano già pronti, ma anche quest’anno i soldi non fanno i trofei. Dopo le uscite di Avellino e Venezia riesce nell’impresa di fare peggio delle altre due capoliste! La partita disputata contro Cantù è da mostrare a tutti i ragazzi che si approcciano alla pallacanestro per mostrare loro come NON si difende in una partita. Crolla in lungo e in largo contro le scorribande dei ragazzi terribili di Cantù, subendo la bellezza di 105 punti (record di sempre nelle Final Eight per punti subiti in una gara senza supplementari). Una squadra senza gioco nè idee con il solo Goudelock che prova inutilmente a tenere in piedi la baracca. Urgono correttivi per una squadra troppo “corta” (solo 16 giocatori). Un plauso alla pazienza di Giorgio Armani che continua incessantemente a spendere e spandere nonostante le continue delusioni.
PIÙ SIAMO PEGGIO APPARIAMO
Virtus Segafredo Bologna voto 6
Si presenta a Firenze priva di Pietro Aradori (la maledizione delle Final Eight si abbatte ogni anno sulla guardia della nazionale italiana) e con i recuperi last minute di Ndoja (alla fine il migliore dei suoi) e Stefano Gentile. Gioca la sua onesta partita contro la Germani Brescia che mette in difficoltà soprattutto nel primo tempo , fino all’infortunio muscolare di Alessandro Gentile, che spezza le gambe ai sogni di gloria bianconeri. Prova nelle difficoltà ad esaltarsi come aveva fatto da esempio qualche ora prima Cantù, ma non ci riesce ed esce ai quarti delle Final Eight comunque a testa alta. Sicuramente è stato bello rivedere nell’olimpo del basket una città ed una tifoseria come quella bolognese che era riuscita a gremire in ogni ordine di posto la curva del Mandela (voto 10 anche per i tifosi virtussini).
SULLA BUONA STRADA.
di Massimiliano Zappella