SERIE B

Avellino sprecone, ma il cuore è grande

AVELLINO (3-4-1-2): Terracciano; Izzo, Peccarisi (1′ st Fabbro), Pisacane; Bittante, Arini Schiavon Millesi; Ciano (34′ st D’Angelo); Castaldo (43′ st Soncin), Galabinov. In panchina: Seculin, Decarli, Abero, Angiulli, Ladriere, Biancolino. Allenatore: Rastelli.
PESCARA (3-5-2): Pelizzoli; Zuparic, Schiavi, Bocchetti; Salviato, Bovo (32′ st Cutolo), Brugman , Rizzo (6′ st Nielsen), Ragusa Maniero (19′ st Caprari), Sforzini. In panchina: Belardi, Fornito, Karkalis, Milicevic, Mascara, Politano. Allenatore: Cosmi.
ARBITRO: Ciampi di Roma.
RETI: 29′ st Fabbro, 47′ st Caprari.
NOTE: spettatori 5.000 circa. Ammoniti Sforzini, Arini, Bocchetti. Angoli 8-2. Recupero: 0′; 6′. Terreno di gioco visibilmente allentato per la copiosa pioggia caduta prima della gara

 

AVELLINO – Se non la chiudi, non vinci. Funziona così nel calcio. L’Avellino è spettacolare nelle giocate. Su un campo pesante vedi la squadra di Varese. Che domina in lungo e in largo. Che gioca, verticalizza persino nell’acquitrinio. Ma poi, arriva davasnti a Pelizzoli e spreca. Con Castaldo e Galabinov. Eppure il Pescara è lì all’angolo. Vi prego di dare un’occhiata alle stastitiche riportate nella pagina a lato. E’ la fotocopia della partita di Varese. Solo che stavolta non c’è ad arbitrare Manganiello, ma Ciampi che non sbaglia praticamente nulla. Non c’è l’alibi dell’arbitraggio stavolta. C’è solo un pizzico di incapicità di metterla nel sacco, di stendere il Pescara anche sull’1-0 e una leggerezza a cavallo tra il primo e il secondo minuto di recupero. Quando pensi che è finita, Brugman la infila per Caprari che sfonda sul lato di Izzo, Bittante è pure in ritardo. Non c’è fuorigioco. No, non c’è, nonostante Millesi dall’altro lato prova a lanciare una preghiera a Ciampi di Roma alzando la mano. Ma Caprari non fa come Castaldo e Galabinov e la mette in fondo al sacco. Nel gelo del Partenio che pure per 90’ si è infiammato di brutto con quelli della Sud mai a smettere di cantare come se fosse ferragosto inoltrato. E vedi dalla reazione del Pescara che con la panchina entra tutta in campo a correre verso il settore dei tifosi ospiti. E allora maledici la pioggia, il campo pesante, le occasioni sprecate. E maledici la sfortuna. Quella si. Ti si è appiccicate alle spalle e non vuole proprio andare via in questo 2014 dove l’Avellino si è riscoperto soffrire di pareggite (4 pari nelle ultime sei partite). E a sentire i commenti a caldo di Cosmi (che sarà anche burbero, antipatico) ma di calcio ne mastica come pochi, ti accorgi che hai lasciato altri due punti per strada. Che aggiunti a quelli di Varese fanno quattro. E davanti si apre un mini-ciclo terribile con la doppia trasferta di Empoli prima e Bari poi. Sarà maledetta sfortuna, sarà la voglia di appellarsi anche alle sostituzioni. Ma cosa si può chiedere di più a questa squadra? Nulla, se non altro l’amarezza di vedere un’altra partita scivolare via e non riuscire a riportarsi lassù in vetta, nel posto che più ti compete. Una riflessione: nel girone di andata l’Avellino giocava malino ma vinceva. Accadeva quasi il contrario: un tiro in porta, forse due e portavi a casa i tre punti.
Ora ti trovi con un Avellino spettacolare anche nel fango, che ti mette sotto squadre come Varese e Pescara, che di tiri ne fa 25 (tanti ne ha contati la Panini) e ben 10 nello specchio. Ma la vittoria non arriva e la maledizione del 2014 continua. Resta la grande prestazione della squadra. Volitiva, caparbia, mai arresa. Che domina in lungo e in largo a centrocampo. Che mette il cuore dopo l’ostacolo. E che, al di là di tutti, fa ancora innamorare.
All’Avellino, come a Varese, è mancato il colpo del ko. Quello che leva il fiato all’avversario e lo manda al tappeto. E’ mancato non l’ultimo passaggio, come si dice nel calcio, ma l’ultimo tiro. Quello che ti fa gonfiare la rete e magari anche sorridere e piangere per una vittoria meritata. La ruota girerà. Magari già ad Empoli nell’anticipo di venerdì sera. Mancherà di sicuro Galabinov (che mercoledì sarà impegnato in Bulgaria con la Nazionale bulgara). In attacco, Rastelli, saprà scegliere.

 

 

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