SERIE B

Il commento: il “Barbera” resta un tabù per un Avellino tutto cuore e grinta

La capolista Palermo mostra i muscoli e fa valere il fattore campo (14° risultato negativo per gli irpini al “Barbera”), dettando legge contro un coraggioso Avellino che ha dovuto alzare bandiera bianca contro un avversario superiore per la qualità della sua rosa e dei suoi numeri, ma che esce con la consapevolezza di aver provato a fare la sua partita, tenendo testa ai siciliani per i primi  55’ dell’incontro dinanzi a 13.410 spettatori. Come avvenuto già in occasione della sfida dell’andata, la formazione di Beppe Iachini si è rilevata una spanna superiore agli avversari in completino biancoverde, sfruttando un’organizzazione di gioco e una qualità tecnico-fisica dei suoi giocatori che ha reso il club del presidente Maurizio Zamparini la vera schiacciasassi della serie B. Massimo Rastelli per la seconda partita di fila si è affidato al modulo, quel 3-5-2, che maggiormente gli ha regalato soddisfazioni nel corso di questo campionato, in particolar modo nel girone d’andata. Confermato il trio difensivo davanti a Seculin che ben si è  comportato nella vittoria casalinga contro il Cittadella, il trainer degli irpini ha voluto un pò mischiare le carte a centrocampo inserendo Luca Bittante sulla fascia destra con Zappacosta dirottato sulla mediana (orfana di D’Angelo appiedato dal Giudice sportivo) insieme a Schiavon ed Arini e con Millesi sull’out sinistro. In avanti la coppia Castaldo – Ciano, che tanto ben ha fatto nell’ultimo successo esterno, risalente al 7 marzo in casa dell’Empoli. Chi si aspettava un Avellino rintanato nella propria area viene presto deluso. Prima non prenderle e poi provare a sorprendere. Questo il motto che ha accompagnato la compagine campana oltre lo stretto. E così dopo che i cross di Stefanovic creano le prime insidie alla retroguardia biancoverde che respinge a fatica, viene immediatamente fuori il carattere degli uomini del presidente Taccone con Zappacosta che la mette in mezzo dove Mariano Arini non c’arriva per un soffio. Lo stadio “Barbera” diventa il teatro di una sfida a colpi di fioretto in cui dall’una e dall’altra non mancano i tentativi di infierire al proprio avversario la stoccata vincente nei primi quarantacinque minuti di gara. I padroni di casa provano a far arretrare l’Avellino con le incursioni e le giocate dei Munoz, Dybala e Vasquez di turno che avranno poca fortuna, vuoi per propria imprecisione, vuoi per merito della difesa ospite che regge bene il confronto, vuoi per la reattività di Seculin che, gol subìto a parte, è stato decisivo in almeno tre occasioni, limitando i danni e confermando dopo Carpi il suo ottimo stato di forma. Quest’ultimo  non è bastato al 55’ della ripresa quando la squadra di Beppe Iachini è riuscita a sbloccare il match passando in vantaggio con Barreto, uno dei mattatori dell’incontro, bravo a raccogliere un traversone proveniente dalla destra, dalle parti di Stevanovic, e metterla di piatto alle spalle del numero uno avellinese, firmando la sua terza rete in stagione. Fabbro e compagni non ci stanno a recitare il ruolo di vittime sacrificali e provano a controbattere coinvolgendo nella manovra un Gigi Castaldo, punto di riferimento lì davanti e poco supportato da Camillo Ciano. L’ex Padova è apparsa la brutta copia della punta ammirata nelle trasferte di Empoli e Bari.  Malgrado ciò è venuto fuori ancora una volta il carattere dei lupi. Mister Rastelli decide di provare il tutto per tutto e lancia nella mischia prima Angiulli che sfiora il pareggio col sinistro, respinto coi piedi da Sorrentino. Subentra qualche minuto dopo Galabinov e il bulgaro realizza la rete della parità ma è in evidente fuorigioco. Il cinismo del Palermo costerà caro all’Avellino che incassa il raddoppio con Bolzoni che punisce una disattenzione di Izzo e ipoteca il risultato. Un verdetto severo ma che ancora una volta ha messo in evidenza la voglia di combattere del gruppo e di regalare emozioni ai propri tifosi. (Davide Baselice)

 

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