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L’inchiesta: Plusvalenze nel calcio e la Figc rimane inerte, il caso Parma non insegna nulla

Tempo fa vi abbiamo raccontato dell’inchiesta condotta dal collega Pippo Russo di calciomercato.com riguardanti le plusvalenze che attanagliano il calcio italiano. L’inchiesta era incentrata sullo scambio di giovani calciatori per cifre superiori ai valori reali, si parla di giocatori finiti nelle categorie minori (ad eccezion di alcuni calciatori che hanno avuto buone carriere) che tramite le carte rivelate hanno scoperto valori esorbitanti intorno al proprio nome.

La Figc ha aperto immediatamente un fascicolo, soprattutto dopo le pressioni effettuate dalla nota trasmissione Striscia la Notizia, ma vien da domandarsi: cosa rischiano le società che effettuano questa prassi di plusvalenze?

A quanto pare niente, nulla, ed il tutto si basa sul precedente del Parma calcio, che nel 2013, sotto la gestione Ghirardi, trafficò 300 giocatori fra acquisti e cessioni arrivando ad un bilancio in attivo di 11 mln di euro, una boccata d’aria prima del fallimento della stagione 2014/15.

Tutto ruota intorno alla vicenda del Parma e del suo fallimento avvenuto, che si conclude con la scomparsa del club. “Motivo principale di tale fallimento è stato proprio il vorticoso giro di trasferimenti di calciatori e plusvalenze gonfiate, che alla lunga ha portato alla morte del club emiliano. Così come ha portato al fallimento del Vicenza, e porterà alla fine tragica di altri club.”

L’indagine avviata nel 2016 coinvolge altri club, come il Brescia, l’Ascoli Picchio, Cesena e Vicenza, con un ruolo preminente del Tribunale Federale Nazionale e della Procura Federale, quest’ultima incapace di presentare nei tempi giusti le carte e l’articolazione delle prove. Tavecchio gioca un ruolo cruciale nella vicenda, che con decreti d’urgenza per far si che i campionati si svolgessero regolarmente, mette i bastoni fra le ruote alla Procura Federale.

“Dunque, ancora una volta, il TFN manda tutti assolti. E lì parte il nuovo ricorso della Procura alla Corte Federale d’Appello. Che lo prende in esame durante la seduta del 11 luglio 2017 e lo rigetta per una questione formale. Motivo? Il ricorso è giunto in ritardo rispetto al nuovo termine di 2 giorni, sancito da Tavecchio. Che intendeva salvare la regolarità dei campionati, ma in questo caso stronca sul nascere sanzioni che sarebbero state soltanto pecuniarie, o avrebbero portato a inibizioni di dirigenti. Questo è stato l’atteggiamento tenuto verso il tema delle plusvalenze gonfiate dal presidente federale che ebbe a dire: “Mai più Casi Parma”.

http://www.sportavellino.it/video/vicenza-calcio-quelle-plusvalenze-che-portano-al-fallimento-spunta-anche-il-nome-di-laverone/

http://www.sportavellino.it/news-mondo-italia/calcio-striscia-la-notizia-i-giocatori-ignari-delle-plusvalenze-tra-chievo-verona-e-cesena/

http://www.sportavellino.it/calcio/serie-b-le-clamorose-plusvalenze-tra-chievo-e-cesena-quei-milioni-che-investono-i-giovani/

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