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Il Palermo, l’Avellino e la strage di Capaci: lo strano intreccio 29 anni dopo

29 anni fa le due squadre si sfidarono dopo l'attentato

Domani pomeriggio Palermo e Avellino si sfideranno al “Barbera” per la gara di andata del primo turno nazionale dei playoff. A fare da cornice alla sfida, già di per sé molto suggestiva, ci sarà l’omaggio che le due formazioni riserveranno alle 17:57 alle vittime della strage di Capaci, che scosse la Sicilia e l’Italia intera 29 anni fa. Il gioco si fermerà e la mente tornerà al giudice Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta, per un dolore che non potrà mai essere superato. Per uno strano scherzo del destino, come detto, ad accompagnare questa particolare ricorrenza sarà la gara tra Palermo e Avellino: la stessa che si giocò il 24 maggio 1992, un giorno dopo la tragedia.

All’epoca rosanero e biancoverdi militavano in B. I lupi, guidati in panchina da Ciccio Graziani, erano fermi all’ultimo posto in classifica, contestati pesantemente dai tifosi e destinati ad un’amara retrocessione. Il Palermo di Gianni Di Marzio si giocava invece la salvezza e arrivava al “Partenio” – teatro della sfida – con la speranza di raccogliere punti importanti per il raggiungimento dell’obiettivo.

La storia e il senso della partita passarono però in secondo piano alla vigilia, subito dopo l’arrivo in Campania della formazione siciliana. Fu lì, in albergo, che la squadra venne a conoscenza del terribile attentato di Capaci, su quella stessa strada dove poche ore prima i giocatori erano passati. La gara terminò 2-1 in favore dell’Avellino, ma di questo importava poco a tutti.

29 anni dopo si rigioca quella partita, con il dolore straziante di quei giorni ancora vivo nella mente e nel cuore di tutti gli italiani. Il destino sa essere beffardo, il ricordo può essere per questo ancora più toccante.

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