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Del Fes Avellino, le pagelle della stagione: coach Benedetto MVP, autore di un miracolo sportivo

Le pagelle della travagliata stagione irpina conclusasi con la salvezza ai playout

Allenatori

Robustelli 5: ultimo allenatore della Scandone, la dirigenza della Del Fes decide di ripartire da lui confidando nella continuità e nel suo spirito irpino per ripartire. Guida la squadra in una pre-season molto positiva che lascia ben sperare per il campionato. Le 5 partite sotto la sua gestione lasciano però poco in termini di gioco e di entusiasmo. La squadra è mentalmente debole e si lascia andare ad errori estremamente banali, l’unico acuto è alla seconda giornata contro Cassino. Tante le attenuanti per il giovane allenatore avellinese, alla sua prima esperienza da inizio stagione in Serie B, ma il bilancio è purtroppo da considerarsi negativo. Conscio delle problematiche, rassegna da vero professionista le dimissioni a inizio novembre.

Benedetto 9: un capolavoro, un qualcosa di impensabile già solo a febbraio. Abituato ad allenare in posizioni di ben altro livello, eredita una squadra derelitta e demotivata, faticando non poco a costruire qualcosa nelle prime giornate. Pian piano riesce però a creare una consapevolezza nella squadra, inanellando una serie incredibile di 7 vittorie nelle ultime 8 partite. I giocatori prendono fiducia e riconoscono la propria forza, andando oltre le mille difficoltà relative agli infortuni. Non ha praticamente mai la squadra al completo ma non cerca alibi, orientando il gioco su uno stile semplice e concreto. Preso atto dei problemi offensivi avellinesi, la Del Fes diventa un baluardo difensivo, costruendo sull’aggressività e l’agonismo la chiave delle proprie vittorie. Ha ridato entusiasmo ad un ambiente che sembrava ormai morto e sepolto, bisogna ripartire da lui per sperare nel futuro.

Giocatori

Basile 6.5: una stagione costellata dai problemi fisici, soprattutto alla mano. Un rendimento altalenante dal punto di vista offensivo, dove spesso non riesce a rendersi protagonista. Eccelle in quello che però gli si chiede di più, creare ordine e fare il lavoro sporco. Tanto agonismo a rimbalzo e in difesa, dove non si risparmia mai. Nel finale di campionato stringe i denti più di una volta, dando sempre un apporto importante.

Marra 6.5: insieme al già citato Basile e ad Hassan, fa parte del club degli “acciaccati”. Assente per vari mesi, in cui la Del Fes non riesce a cavare un ragno dal buco, il suo rientro è lento e non esente da difficoltà. Insieme al resto della squadra riprende consapevolezza del propri mezzi e riacquista fiducia, memorabile la prestazione con il canestro della vittoria contro Monopoli. Limita il suo carattere focoso visto spesso l’anno scorso con la Scandone ed impara a limitarsi, forzando meno e scegliendo meglio i tiri.

Agbogan 6.5: si è distinto per la concretezza e la versatilità anche nei momenti più bui in cui la squadra non riusciva ad ingranare. Atletico ed aggressivo in entrambi i lati del campo, ha rappresentato una carta importante per Benedetto grazie alla sua abilità di dare una mano in compiti di regia, in difesa, in attacco e anche a rimbalzo. Un infortunio al ginocchio lo costringe purtroppo a chiudere anticipatamente la stagione, saltando gli ultimi match di campionato e i playout.

Hassan 6.5: i problemi cronici alla schiena lo hanno tenuto nella seconda parte di stagione spesso fuori dal parquet. Il giocatore ha un’esperienza e un repertorio di un livello molto alto e lo fa vedere spesso. Nella prima parte di stagione ha un ruolo più da “scorer”, guidando spesso l’attacco irpino sia dal punto di vista tattico che realizzativo. Con gli infortuni cambia un po’ il suo ruolo, mettendo la sua intelligenza al servizio della squadra. Come una sorta di “centroboa”, l’attacco passa sempre dalle sue mani, pronte a trovare il compagno libero o a giocarsi l’uno contro uno in palleggio.

D’Andrea 6.5: se dovessimo usare due aggettivi per descrivere la sua stagione sarebbero silenziosa e solida. Queste sono le caratteristiche di un giocatore che non si distingue per la spettacolarità ma per la sua serietà e la sua costanza. Dopo un ambientamento iniziale, fa vedere tutta la sua concretezza, l’unico nel reparto lunghi ad aver completato tutte le partite in stagione. Eccelle nel posizionamento, costruisce un asse molto interessante con Carenza nel finale di stagione.

Spizzichini 5.5: torna ad Avellino dopo la sua esperienza con la Scandone in Serie A qualche anno fa. Ha un repertorio tecnico di alto livello e si rivela fondamentale dal punto di vista offensivo in diverse partite. Troppo spesso però si lascia trasportare dalla partita, forzando quando non serve e innervosendosi più del dovuto (due espulsioni in stagione). Anche lui conclude presto la stagione a causa di un infortunio a febbraio, assentandosi proprio nel finale di campionato in cui la Del Fes ha cominciato ad ingranare. Un giocatore con quelle caratteristiche e quell’esperienza doveva e poteva dare di più.

Mavric 4.5: non è bello essere così dure nel giudizio di un giocatore, ma purtroppo la stagione del lungo bosniaco è completamente da dimenticare. Anche lui ex Scandone, torna ad Avellino reduce da un’ottima annata a Pozzuoli. Con Spizzichini c’è fiducia che possa formare un reparto lunghi atipico e concreto. Manifesta invece enormi difficoltà nel seguire il ritmo della partita, calando vertiginosamente sempre di più man mano che la stagione andava avanti. Tantissima la fatica soprattutto a rimbalzo (3 di media), a metà gennaio arriva la rescissione consensuale con la società.

Venga 7:  poco utilizzato sia da Robustelli che da Benedetto nella prima parte di stagione, con gli infortuni degli altri lunghi acquista sempre più minutaggio. Gioca da centro essendo alto 190 cm eppure è proprio a rimbalzo dove fa le sue giocate più importanti. Lotta bene contro avversari quasi sempre ben più piazzati di lui, raccogliendo spesso tanti rimbalzi anche in pochi minuti di gioco. Sul lato offensivo fa fatica fisicamente, in difesa colma alle sue lacune non risparmiandosi e non facendosi problemi a fare qualche fallo in più piuttosto che lasciare segnare l’avversario.

Cepic 6+: usato pochissimo nel corso di tutta la stagione, nelle ultime di campionato e nei playout acquista tanto minutaggio sempre a causa dei vari infortuni tra i suoi compagni di squadra. Voglioso e aggressivo in difesa, nella prima parte di stagione va però spesso nel panico quando ha la palla in mano in attacco. Sale di livello nel finale di stagione quando con un minutaggio più alto prende maggiore fiducia. All’ultima di campionato contro Ruvo è lui a giocare da play portando palla tutta la partita, non si risparmia e getta il cuore oltre l’ostacolo in più di una partita.

Ense SV: poco spazio e pochissimi minuti in stagione, a febbraio torna a Livorno ufficialmente per motivi di studio, preferendo fare un passo indietro per giocare di più.

Hajrovic SV: un oggetto misterioso. Arrivato per sostituire Mavric, gioca 10 partite in cui spesso non supera i 15 minuti di utilizzo, lasciando comunque intravedere cose interessanti soprattutto dal punto di vista offensivo. Arriva poi il famigerato infortunio con il canestro che gli è crollato addosso in allenamento, terminando anticipatamente e amaramente la stagione.

Caridà 8: arrivato in sordina, come un aiuto negli allenamenti e un’assicurazione nel caso qualcuno si infortunasse. Invece sorprende tutti e tutto, si dimostra un eccellente tiratore, colmando il gap fisico con i suoi avversari con una mano morbidissima che gli consente di avere numerose opzioni di tiro. La Del Fes caccia il coniglio dal cilindro e scopre una bocca di fuoco di primo livello. In stagione chiude con quasi 13 punti di media (52% da 2 e 39% da 3) mentre ai playout fa ancora meglio, trascinando la squadra con 17 punti di media e un incredibile 64% da 3.

Carenza 7: la società cercava una figura solida di esperienza per rinforzare il reparto lunghi e alzare il livello collettivo. Lui non ha deluso. Fisicamente non è al top e ci mette qualche partita per entrare in forma. Si scatena nel finale di stagione, facendo vedere tutta la sua esperienza e il suo repertorio. La mano è morbidissima e gli consente di provare conclusioni in post, da fuori e anche in allontanamento dal ferro. Sale ancora più di livello contro Forio, concludendo con un ottimo 18 di valutazione di media. Uno dei trascinatori della seconda parte di stagione.

 

 

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