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L’editoriale – Festa non è Dio: il sindaco indigna persino i suoi più fidati

Sorrisi per tutti. Promesse per tutti. Ma quando poi dalle parole bisogna passare ai fatti ecco che il sindaco enjoy si accartoccia su di sè e cade.
Per evitare di continuare ad essere giustamente massacrato dalla stampa nazionale ed europea, dopo l’assembramento choc di sabato scorso con tanto di lanciacori, ha fatto passare quei ragazzi per “ubriaconi”. Li ha definiti lui brilli, non noi. Ma da quando si è insediato ne ha collezionata una dopo l’altra. Il mercato settimanale interrotto, gli attacchi a De Luca pur di apparire, opere incompiute. Entriamo nella sfera sportiva. Ha ostinatamente portato avanti il discorso Scandone “salvandone” la matricola ma ottenendo poi sul parquet risultati devastanti. Scandone quasi sempre sconfitta e salvata dalla sospensione dei campionati. Per il calcio, nullo o quasi nullo il suo contributo alla querelle Izzo-Circelli. Per il futsal stendiamo un velo pietoso. Di poche ore fa la notizia che ha chiuso letteralmente le porte in faccia alla Sandro Abate. “Non giocherà al DelMauro”. Recitando ancora la cantilena del PalaConi con un progetto che sarebbe stato presentato alla Regione per attingere ai fondi in esubero dalle Universiadi. Progetti a lungo termine che portano la società avellinese a giocare ormai in eterno lontano dalla città e dalla Provincia.
Insomma Festa conferma di aver raggiunto il “sogno da bambino” ma qualcuno non l’ha ancora svegliato. La sua carriera politica da sindaco dopo un anno è, a conti fatti, non pervenuta. Festa ha vestito i panni di showman ma non di primo cittadino.
Tante chiacchiere, pochi fatti. Il suo consenso è crollato anche tra i suoi più fidati. Tutti scontenti. Tranne lui. Che continua a sorridere…

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