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Del Fes, la rivelazione Caridà: “Potevamo ambire ai playoff, mi mancheranno le cazziate di Benedetto”

La guardia della Del Fes Avellino analizza la stagione appena conclusasi

Non è un caso se il grande girone di ritorno della Del Fes Avellino coincide con l’inserimento e l’esplosione di Matteo Caridà. Arrivato per aiutare negli allenamenti e nelle rotazioni, si è presto preso un ruolo da leader e di grande realizzatore. L’ottima mano gli ha permesso di diventare una delle bocche di fuoco principali della squadra, affidabile sia da dietro l’arco che nell’uno contro uno. Queste le sue parole per SportAvellino: 

Obiettivo salvezza centrato, si può essere contenti?

Il bilancio della stagione tra i mille alti e bassi è sicuramente positivo nel momento in cui l’obiettivo viene centrato. Sicuramente non è stato facile giocare con così tante assenze, vincendo partite estremamente difficili, però la squadra aveva un gran cuore e l’abbiamo dimostrato.

Com’è stato inserirsi “in corsa” all’interno della squadra?

L’inserimento all’interno del gruppo ammetto non sia stato per niente scontato e facile, calcolando le mille difficoltà che la squadra stava passando nel girone di andata. L’unico modo per farmi accettare dai compagni era lavorare duramente con loro, ed è ciò che è stato poi nei mesi successivi.

È stata probabilmente la tua migliore stagione in carriera, cosa è cambiato rispetto a quelle precedenti?

Quando sono arrivato ero sicuro di far bene perché ero molto motivato dalla stagione che stavo facendo a Pescara. Rispetto alle stagioni precedenti mi sono sentito sicuramente molto più maturo in campo, sia nelle scelte che nelle varie situazioni con i compagni e con il coach. In più, vedendo la nostra situazione in classifica, non c’era tempo per pensare da dove partire per risolvere i problemi ma toccava fare qualcosa nell’immediato, e così è stato.

Quali erano le tue aspettative all’arrivo, credi si potesse puntare a di più?

Quando ho firmato ad Avellino oltre a credere di poterci salvare, avevo la speranza e la certezza che potevamo fare miracoli e ambire anche ai playoff, con la classifica che a fine girone di andata ci vedeva lontani dall’ottava posizione di soli 6/8 punti e tutto il girone di ritorno da giocare. Lungo il percorso le cose purtroppo si sono complicate, costringendoci a rinunciare al sogno playoff. Ma che la salvezza ci appartenesse ne ero certo. La chiave secondo me è stata alzare l’attenzione e l’intensità negli allenamenti che ci hanno fatto poi arrivare sempre più pronti alle gare che contavano.

Come descriveresti il tuo rapporto con coach Giovanni Benedetto?

Coach Benedetto è stata una svolta incredibile per la squadra e per me a livello personale. La sua conoscenza del basket è incredibilmente ampia e la sua esperienza in campionati anche superiori ci hanno “disciplinato” per arrivare ad un obiettivo che sembrava a tratti molto difficile. Le sue cazziate mi mancheranno parecchio [ride n.d.r.]. Si impara in fretta con lui e per questo lo ringrazierò sempre sperando di poter essere ancora allenato da lui in futuro.

Hai già parlato con la società per il futuro?

Le prospettive del futuro ancora sono da delineare. Con la società ci siamo lasciati sicuramente in buoni rapporti senza escludere nessuna alternativa. Nei prossimi giorni capiremo il futuro di tutti, mi auguro solo che Avellino possa tornare ai livelli che merita. Non mi dispiacerebbe affatto rimanere ma è tutto da valutare con la società.

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