
Settima sconfitta consecutiva per la Scandone Avellino che nel recupero della 24° giornata cede ancora al PaladelMauro, questa volta al cospetto della Frata Nardò che si impone per 67-73 . La rincorsa alla salvezza resta sempre critica per i lupi che attendono di conoscere oggi il risultato di Scauri, ultima in classifica.
Nel quintetto base biancoverde insieme a capita Marzaioli c’è Vlado Rajacic al posto di un Ondo Mengue non al meglio della condizione e la coppia sotto canestro formata da Stanzani e Locci. Ritmi subito elevati in un PaladelMauro privo di pubblico a causa dell’ordinanza del Governo in merito all’emergenza Coronavirus. Occorre un minuto e mezzo alla due squadre per rompere il ghiaccio: ai due canestri di Azzaro risponde Locci – il migliore nelle fila biancoverdi – che gioca bene nel pitturato pugliese (4-4). La tripla di Peroni consegna il primo vantaggio alla formazione ospite che sfrutta bene in contropiede gli spazi aperti concessi dagli irpini col jumper dalla media di Visentin preceduto da Azzaro (8-13). Avellino è brava a recuperare uno strappo di sette lunghezze con la bomba di Marzaioli che spinge coach Quarta a chiamare timeout. Avellino spreca troppi palloni che vengono convertiti in due punti dagli avversari. La musica non cambia nemmeno in avvio di seconda frazione coi pugliesi che costruiscono ben nove lunghezze di vantaggio (15-24) grazie al lay-up di Bjelica. Le seconde linee della Scandone offrono un contributo misero ragion per cui coach De Gennaro è obbligato a rigettare nella mischia i suoi uomini di maggior affidamento. Stanzani trova il primo hurrà della seconda frazione (17-14 al 4’). L’ex centro di Scauri è il go-to-guy della remuntada insieme a Locci. Avellino riesce a realizzare ben sedici punti in meno di cinque minuti sul cronometro di gioco con la Frata completamente abulica dal match e incapace di reagire alla spallata campana. Marchetti, intanto, scalda la mano da tre punti ed arriva il + 9 (35-26). Della Frata arrivano segnali di risveglio a 48” dall’intervallo coi tiri liberi a firma di Sirakov e la bomba alla scadere di Burini. Il rientro dagli spogliatoi, tuttavia, sorride alla compagine con la divisa granata che ritorna a pungere in transizione punendo un atteggiamento appagato e di totale smarrimento da parte di Avellino che smarrisce il gioco di squadra aumentando nuovamente il numero dei possessi sprecati (quattordici ndr). Coviello, Azzoro e Peroni puniscono ogni minimo varco che produce un eloquente 43-57 con lo staff tecnico irpino letteralmente incredulo per quanto visto sul parquet. Nell’ultimo quarto la Scandone tenta la disperata rimonta arrivando fino al – 1 (64-65) col tiro dalla lunetta di Rajacic autore della prestazione migliore nel suo roster. Nardò si affida alla mano di Bjelic che dall’angolo piazza la tripla che manda in archivio il match. Si allunga di fatto la crisi della Scandone che spreca un’altra occasione per risalire la china. E il futuro adesso fa davvero paura.