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Avellino Calcio: Bologna, ogni anno un dolore immenso

Il 2 giugno per tutti gli italiani è un giorno di festa, la festa della Repubblica, il giorno in cui gli italiani iniziano ad invadere le zone marittime del Bel Paese. In Irpinia il 2 giugno da tre anni a venire rappresenta ben altro, nessun aspetto politico sian ben chiaro, solo mera fede calcistica.

Tre anni fa i tifosi irpini invasero Bologna per disputare la semifinale playoff per conquistare la Serie A, un’invasione di oltre 3.000 irpini nel capoluogo emiliano, col solo obiettivo di sostenere i propri beniamini per conquistare quella categoria che ad Avellino manca dal lontano 1988.

Tutti noi ricorderemo quel giorno, una partita meravigliosa, intensa, condizionata molto dal risultato dell’andata conquistato dal Bologna per una rete a zero tra le mura amiche del Partenio, un azione viziata da un evidente fuorigioco che ha condizionato moltissimo il risultato del ritorno, vinto dall’Avellino per 2-3 con la doppietta di Trotta e il goal di Konè, con Castaldo che all’ultimo minuto colpisce la traversa spegnendo tutti i sogni di gloria del pubblico biancoverde. Quell’anno fu condizionato da una regola assurda applicata solo ed esclusivamente in quella stagione, i goal in trasferta non valgono, si basa tutto sulla posizione in classifica per superare il turno, ed ecco che mentre la stampa mondiale, dava per scontata la qualificazione dell’Avellino, vittoriosa in terra emiliana, i tifosi irpini si mettevano in viaggio sconsolati per il sogno infranto.

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Da quel giorno in poi la storia dell’Avellino è cambiata: addio Rastelli, che approda al Cagliari salutando tutti i tifosi irpini, dopo un tira e molla con il Presidente Taccone che ai microfoni confermava il rinnovo del tecnico. Addio a quella compattezza societaria che aveva fatto sognare il pubblico irpino dopi anni di mala gestione coadiuvata nel fallimento. A distanza di tre anni possiamo solo vedere una società che è la brutta copia di quella precedente, con esternazioni della dirigenza quasi mai corrispondenti al vero ed una situazione debitoria in constante crescita, cosa che non è mai avvenuta nel 2015, dove l’Avellino calcio chiudeva i bilanci quasi in attivo, una cenerentola della Serie B.

Possiamo solo ricordare quei momenti di tre anni fa nella speranza che possano nuovamente accadere, infuocando lo spirito dei tifosi irpini sempre numerosi sia in casa che in trasferta, che con le loro coreografie ed il loro calore hanno portato Avellino in giro per il mondo, non a caso lo Juventus Stadium, il Dall’Ara e tanti altri stadi non potevano che applaudire lo spettacolo del pubblico biancoverde.


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