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Dall’incubo al sogno: il ritorno di Gavazzi

Il destino si diverte a disegnare traiettorie imprevedibili. Alcune volte beffarde, altre piacevolissime. Ed è di quest’ultimo tipo quella che ha trasformato il pomeriggio di Davide Gavazzi. Il suo ultimo gol, prima della doppietta di oggi, era infatti arrivato proprio contro il Novara. Più di due anni fa. Prima che l’infortunio al legamento crociato del ginocchio sinistro lo tenesse lontano dai campi di gioco per più di un anno. Prima della rieducazione, del giorno del ritorno che slittava continuamente e della paura di non tornare. Non è stato un periodo facile quello vissuto da Gavazzi, no. In pochi credevano nel suo ritorno. In pochi speravano potesse tornare decisivo con la maglia biancoverde. Al punto tale che ad un certo punto si parlava di rescissione. O si storceva il naso quando Taccone e Novellino dichiaravano di contare moltissimo sul suo ritorno.

E invece Gavazzi ha smentito tutti. E si è preso la sua rivincita. Come? Con una doppietta decisiva, davanti al suo pubblico, in una partita tanto complicata quanto importante per la sua squadra. Due gol, uno più bello dell’altro. Di classe e di potenza. Due schiaffi alla sfortuna. “Diavolo, sono tornato!”, avrà pensato quando su invito di Cabezas ha battuto Montipò facendo esplodere il Partenio. I segnali della rinascita, a dire il vero, c’erano già stati. Innanzitutto a Brescia, nella prima giornata di ritorno. Subito titolare, subito in palla. Ma lo stop immediatamente successivo aveva giustamente frenato gli entusiasmi. Poi il recupero, l’ennesimo volo della fenice. E il tocco di qualità per Asencio in quel di Venezia. È un assist vincente. È un messaggio. Un’anticipazione della vera rinascita: quella di oggi.

E pensare che il pomeriggio era partito con l’ennesimo pegno pagato alla sfortuna. Un palo su un tiro perfetto sullo 0-0. “Che sfortuna questo ragazzo!”, lo abbiamo pensato tutti. Ma poi Gavazzi ha deciso di ribellarsi. E il destino gli ha dato una mano. L’1-0 con un bolide dalla distanza sembrava il modo migliore per festeggiare il suo ritorno al gol. E la sua ritrovata fiducia. Ma era ancora troppo poco epico. Serviva qualcosa in più per suggellare un momento atteso a lungo. Il pareggio del Novara si giustifica così: fa parte del disegno del caso. Un atto necessario per restituire a Gavazzi parte di quello che gli è stato tolto. A vestire i panni della Dea bendata è, non a caso, l’ex Atalanta Cabezas. Il suo cross è perfetto. Gavazzi si fionda sul pallone e lo spara in rete. È l’apoteosi. Dall’incubo al sogno: Gavazzi è tornato!

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