
Chi chiede la testa di Rastelli, sbaglia. Chi se la prende con Taccone, pure. Chi fischia la squadra o questo o quel calciatore, altrettanto. Urge un periodo di riflessione. Da parte di tutti. L’Avellino ora ha bisogno di tranquillità. Ridimensionarsi nei piani e nelle attese. La crisi c’è. Inutile nascondersi. Quella è figlia dei numeri. All’Avellino, a questo Avellino, non si può chiedere, ora, di più. Non puoi chiedergli la luna perchè sai già che non puoi raggiungerla. La squadra presenta limiti tecnici evidenti. Come l’anno scorso ha poca esperienza nel torneo cadetto. Ha calciatori in rosa che non stanno rendendo quello che ci si attendeva. Ha una società che più di quello che ha fatto non può fare. E non è una difesa della società. Bisogna tornare coi piedi per terra. Non illudersi perchè poi alla fine rischi di farti male. E la caduta può essere rovinosa. Avellino ti dà quando deve darti e ti toglie tutto al momento opportuno. E’ una piazza esigente. Ed anche competente (parlo solo dal punto di vista dei tifosi). Quindi è inutile continuare a farsi male da soli. Bisogna solo prendere coscienza del fatto che l’inizio è stato strabiliante come lo scorso anno. E che, stavolta, i problemi sono arrivati prima del girone di ritorno. Bisogna solo evitare di sognare. Risvegliarsi subito, magari già da stasera, dopo i due ceffoni rimediati dall’ex fanalino di coda Crotone. Gira male. Ma mettere in discussione ora, e subito, Rastelli, Taccone e la squadra è come darsi botte sui “maroni” da soli. Serve compattezza adesso. Forza. Unione di intenti. Perchè la B va difesa a denti stretti. Come solo noi possiamo e sappiamo fare.