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Leunen e i mulini a vento

E sono dieci. La marcia continua, assumendo sempre più le sembianze di una cavalcata. Unica squadra imbattuta del 2016, unica squadra imbattuta nel girone di ritorno: numeri stratosferici di una squadra che non sembra conoscere la parola sconfitta, che non trema mai, che non sente nessun tipo di pressione, che soffre insieme, che gioisce insieme, che vince insieme. Roba davvero da stropicciarsi gli occhi. L’82-89 del PalaPentassuglia è il decimo risultato consecutivo che non ammette repliche o obiezioni, è la decima vittoria chiara, meritata, senza fronzoli, è la decima prestazione che va al di là di tutti i vari problemi fisici o la stanchezza mentale di due mesi e mezzo giocati a tutta. Non è la decima dimostrazione di una squadra che ha ben chiari i suoi obiettivi, perché quelli erano ben chiari a questo gruppo fin dalla prima giornata di questo campionato Nessuno, neanche loro, potevano aspettarsi un ruolino del genere, ma adesso, con questa fiducia, con questa capacità di trovare sempre protagonisti diversi in ogni situazione, coach Sacripanti e i suoi ragazzi sanno che ogni obiettivo è raggiungibile. E la sparatoria dell’ultimo quarto di ieri sera ha dimostrato in maniera inequivocabile che tipo di convinzione abbia questo squadra: ogni volta che l’Enel si avvicinava, bastava che Nunnally (ieri sera, come Ragland o Acker in altre occasioni) alzasse la mano per farla sprofondare di nuovo. Colpi secchi e diretti alle speranze di qualsiasi avversario, cui sembra di combattere contro i mulini a vento di donchisciottiana memoria, in una sfida persa già in partenza. Infine, permettetemi una menzione particolare per Marteen Leunen. Sarà sbagliato elogiare un singolo in un gruppo tanto coeso, ma come si fa a non alzarsi in piedi ed applaudire un vero e proprio scienziato del gioco. Leader silenzioso se ne esiste uno, professionista esemplare, DNA da vincente e la capacità di calamitare la partita verso di lui. Uno che decide ogni partita sia in attacco (Venezia, Milano, Cantù, Brindisi) che in difesa (Milano, Trento in Coppa Italia) perché vede il gioco in maniera diversa da tutti gli altri e che, tra le altre cose, nelle ultime tre partite tira l’80% da tre (8\10). Non sappiamo come finirà questa stagione che, di per sé, è già nella storia (della Scandone e della pallacanestro nazionale), ma quando finirà, i nostri week end saranno un po’ più tristi senza il numero 10.

di Alfredo Bartoli

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