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Melillo duro con Festa :”Ha usurpato la Scandone, era tutto pronto per l’A2, non esiste la matricola”

Le parole dello storico presidente irpino sulla delicata situazione attuale della pallacanestro avellinese

Dopo il ricordo di Cesarino Maffei, scomparso ieri, ecco il secondo estratto dell’intervista, in esclusiva per SportAvellino, allo storico presidente della Scandone Avellino, Ciro Melillo. L’ex patron ha descritto la situazione in cui versava la Scandone in quella famosa estate del 2019: “Io sono stato consigliere federale della pallacanestro per dieci anni, alla fine mi volevano tutti bene. Quando De Cesare, senza dire niente a nessuno, fece l’autoretrocessione in due categorie, allora mi fu proposto dalla federazione: “Voi avete fatto 70 anni di continua attività agonistica, non vogliamo perdere Avellino.” Avrebbero fatto fare il campionato senza il nome per un anno, rimanendo però nel frattempo in regola. Il secondo anno con la stessa società, che si poteva chiamare Nuova Scandone o Viva Scandone, alla prima possibilità che trovavamo, ci avrebbero fatto giocare in campionato, anche nell’A2.

I debiti sarebbero quindi stati un problema del vecchio proprietario :”Con i debiti della società se la sarebbe vista De Cesare. Lui li ha causati e lui se li deve piangere, mentre noi avremmo composto la nuova Scandone. Era tutto fatto, già avevo avvicinato i vecchi soci.

Arrivò però l’intervento del sindaco Gianluca Festa :”Tutto ad un tratto, allo scadere dell’ultimo minuto dell’ultimo giorno, il sindaco mandò dal comune l’iscrizione al campionato di Serie B. Ovviamente ciò ha fatto sì che noi dovessimo rinunciare al nostro progetto. Il sindaco ha usurpato la Scandone in un modo indecente. Vediamo le figuracce che stiamo facendo, l’inutilità di fare questo campionato senza una prospettiva. Nel modo di gestire una società ci vogliono i dirigenti, quelli che cacciano i soldi e quelli che si occupano dell’organizzazione. Non si mandano allo sbaraglio una banda di ragazzini senza un’adeguata preparazione.

Melillo è estremamente critico nei confronti di Festa :”I dirigenti vecchi sono ancora tutti affezionati, tutti pronti a fare di nuovo la Scandone. Ma no, il sindaco vuole fare tutto lui, vuole comandare. Glielo dissi anche, ma mi mancò di rispetto. L’unica cosa da sperare è di comprare un titolo in A2 e rifare la squadra, ci sta gente che lo vuole fare, se il sindaco non si intromette di più di quello che sta facendo adesso, forse sarà possibile. Adesso ho 83 anni, ho passato una vita nella pallacanestro, non si può vedere questo stato mortificante a cui il sindaco ha costretto questa squadra.

In ultimo, una considerazione sul tema della “matricola” :”Le persone dicono “se non si fa questo si perde la matricola”, non esiste la matricola. La Virtus Bologna è retrocessa varie volte, eppure è sempre là. La Scandone perderà il nome il primo, il secondo anno, finchè non si levano i debiti. Una volta che sarà tutto risolto tornerà la dicitura “Scandone Avellino”. Quella che si sta facendo oggi è tutto fuorché pallacanestro.

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