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La vendita dell’Avellino calcio finisce in Parlamento

Un’interrogazione parlamentare firmata dal senatore Barbaro porta l’U.S. Avellino in Parlamento. Il caso riguarda la cessione della proprietà biancoverde e in particolare l’attenzione è rivolta all’operato di Dario Scalella, amministratore delegato della Sidigas, e di Francesco Baldassarre, amministratore giudiziario, riguardo alle operazioni di vendita della società biancoverde.

Il caso è stato portato all’attenzione del Ministro di Giustizia, Alfonso Bonafede, e del Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Attraverso l’interrogazione parlamentare si chiede se i  creditori di Sidigas, tra cui l’Erario, abbiano subito danni per l’operato di Scalella e Baldassarre.

Questo il testo integrale dell’interrogazione del senatore Barbaro:

“Ai Ministri della giustizia e dell’economia e delle finanze. –
Premesso che:la Sidigas SpA è un’azienda fornitrice di gas della provincia di Avellino da 40 anni, nei confronti della quale nel mese di luglio 2019 la Procura della Repubblica di Avellino ha avanzato istanza di fallimento per un’esposizione debitoria di circa 97 milioni di euro, di cui il principale creditore è l’erario, chiedendo il sequestro di 97 milioni di euro di beni di proprietà dell’azienda e di circa 8 milioni di euro di beni personali dell’azionista di maggioranza;

con atto 4-02572, pubblicato il 3 dicembre 2019, l’interrogante aveva già evidenziato la possibile dismissione dell’asset aziendale sportivo di proprietà della Sidigas SpA, nonostante il peso economico oggettivamente residuale e minoritario rispetto al debito erariale;

il 5 dicembre 2019 la sezione fallimentare del Tribunale di Avellino ha dichiarato estinta la procedura per dichiarazione di fallimento, ciò non di meno l’amministratore giudiziario dottor Francesco Baldassarre, con l’amministratore delegato dottor Dario Scalella, ha ritenuto comunque opportuno alienare il segmento calcistico dell’asset sportivo societario;

in data 6 dicembre 2019 costoro hanno ceduto l’Unione Sportiva Avellino 1912 Srl di cui l’azienda Sidigas risultava proprietaria di quote pari a circa il 95 per cento;

da quanto riportato da numerosi organi d’informazione, si apprende che le modalità di vendita della società calcistica appaiono sbilanciate a favore dell’acquirente IDC Srl, e che tale cessione è, allo stato, al vaglio della FIGC per rilievi sull’apporto di capitali attribuibili a soggetti terzi, estranei alla compagine sociale;

è pur vero che la vendita è stata autorizzata dal GIP del Tribunale di Avellino, ma i commenti e le inchieste giornalistiche sulle modalità di cessione lasciano, in verità, molto perplessi gli osservatori: si ipotizza, infatti, che la cessione sia stata effettuata a seguito di procedure sbrigative, e ciò potrebbe ripercuotersi in danno ai creditori, quindi in danno all’erario, oltre che alla parte cessionaria: alcuni organi di stampa hanno sottolineato che vi sarebbero state offerte economicamente più alte, che sono state scartate ab initio, favorendo quindi quella di IDC Srl;

quindi, tenuto conto che dalla cessione dell’Unione sportiva Avellino, in via ipotetica, possa considerarsi danneggiato lo stesso erario,

si chiede di conoscere se i Ministri in indirizzo ritengano che le procedure di vendita siano state eseguite assicurando il rispetto dei diritti dei creditori di Sidigas SpA, ovvero se ritengano opportuno attivare i propri poteri ispettivi per verificare le attività poste in essere nell’ambito della vendita e se esse siano state effettuate nell’interesse dei creditori, principalmente della finanza pubblica, e quindi accertare che non vi siano stati comportamenti anomali nelle operazioni di cessione, soprattutto in considerazione del fatto che la stessa è stata autorizzata da Procura e Tribunale di Avellino sulla scorta di quanto loro rappresentato dall’amministratore giudiziario”.

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